Questo volume vuole fare il punto su “La lunga storia del nuovo cognome”, titolo che sintetizza una delle più significative battaglie della Rete per la Parità e di altre associazioni e istituzioni che, da anni, si impegnano perché possa trovare finalmente compimento quanto previsto dalla sentenza n. 286 del 2016 della Corte costituzionale.
Dal 2016, quindi, se i genitori sono d’accordo, è possibile aggiungere il cognome della madre a quello paterno; ma non basta: occorre una riforma organica del cognome – definita indifferibile proprio nella sentenza della Corte – unitamente alla diffusione di una maggiore consapevolezza, presso la cittadinanza, di cosa significhi e implichi il perdurare della tradizione di attribuzione esclusivamente patrilineare del cognome.
E poiché l’obiettivo della democrazia paritaria passa anche e soprattutto attraverso la presa di coscienza di come si costruiscono le identità, “Grammatica e sessismo”, centro di ricerca multidisciplinare sul genere dell’ateneo di Roma “Tor Vergata”, l’Università degli studi della Tuscia e il Forum del terzo settore del Lazio hanno ritenuto di fare anche proprie le istanze alla base dell’azione della Rete per la Parità e di supportarne l’attività attraverso le conoscenze e competenze che sono loro proprie.
Dal 2016, quindi, se i genitori sono d’accordo, è possibile aggiungere il cognome della madre a quello paterno; ma non basta: occorre una riforma organica del cognome – definita indifferibile proprio nella sentenza della Corte – unitamente alla diffusione di una maggiore consapevolezza, presso la cittadinanza, di cosa significhi e implichi il perdurare della tradizione di attribuzione esclusivamente patrilineare del cognome.
E poiché l’obiettivo della democrazia paritaria passa anche e soprattutto attraverso la presa di coscienza di come si costruiscono le identità, “Grammatica e sessismo”, centro di ricerca multidisciplinare sul genere dell’ateneo di Roma “Tor Vergata”, l’Università degli studi della Tuscia e il Forum del terzo settore del Lazio hanno ritenuto di fare anche proprie le istanze alla base dell’azione della Rete per la Parità e di supportarne l’attività attraverso le conoscenze e competenze che sono loro proprie.