Un giovane pensatore e attivista riflette sulla possibilità di una nuova destra, ossia di un radicale cambiamento di mentalità, concezioni e prospettive all'interno di quest'area politica, ispirandosi ai valori e ai principi della tradizione liberale e della filosofia individualista. Passando in rassegna i principali temi sui quali la destra italiana ha sposato posizioni contrarie a quelli che avrebbero dovuto esserle connaturate – dall'economia ai diritti civili, dalla politica estera fino alla globalizzazione – l'autore rivolge una critica serrata alle visioni attualmente dominanti, più simili a quelle dei reazionari dell'est-europeo che non dei conservatori occidentali, pur senza appiattirsi sulle idee dei "moderati" e arrivando a proporre una sintesi tra le istanze "sovraniste" e quelle liberali, a suo giudizio perfettamente compatibili, se per "sovranismo" non si intende l'esaltazione demagogica della nazione, ma difesa della libertà e dei diritti dei singoli cittadini riuniti sotto tale nome.