Chi è Krishnamurti? E' uno che da quarant'anni passa da un continente all'altro, al di qua e al di là degli oceani per dire a coloro che vogliono ascoltarlo che, per salvare se stessi e il mondo, per chiudere l'era dell'animale e iniziare quella dell'uomo, si fa sempre più drammaticamente necessaria una rivoluzione radicale, quale la storia non ha mai conosciuto nel suo corso plurimillenario. Non si tratta di instaurare nuove strutture sociali, politiche o economiche, né di escogitare ideologie etiche, filosofiche o religiose da mettere al posto di quelle correnti.
Occorre, al contrario, chiedersi perché tutte le strutture, tutte le ideologie, tutte le morali, tutte le religioni non siano riuscite a eliminare le aggressioni, le guerre, gli egoismi, le innumerevoli violenze fisiche e morali a cui soggiace.
E' una domanda antica quanto l'infelicità dell'uomo.
La scienza moderna è nata e ha trovato la propria vitalità quando, eliminando ogni apriorismo di natura teologica o filosofica, si è affidata all'unico linguaggio dei fatti, da essi ha indotto teorie, che è però sempre felice di rivoluzionare o di abbandonare qualora dai fatti venga una lezione che le smentiscano.
Tutto questo e molto di più, e soprattutto con una novità di cui la presente introduzione non conosce il segreto, è contenuto nella comunicazione di Krishnatnurti all'umanità attuale.
Ma chi è colui che si è assunto un compito del quale non v'è altro più importante?
Dalla sua eccezionale biografia potrebbero venire pericolose suggestioni; ma chi le subisse andrebbe incontro a una contraddizione insanabile con la sostanza della sua stessa comunicazione. Più facile è dunque dire quello che egli dichiara di non essere: non è un fondatore di religioni, nè un taumaturgo, nè un maestro che ammetta discepoli, nè un filosofo, nè un occultista e anzitutto non è un mistico.
Egli procede, con straordinaria ampiezza d'orizzonti e consequenzialità fra vita e parola, lungo la via in cui si muovono, più o meno a tentoni, la scienza, la cultura, l'arte più attuali e illuminanti.
L'unica risposta alla domanda chi egli sia può venirci dalle sue stesse parole, che ripetutamente affermano che egli non ha alcuna importanza, che non si può in nessun modo assumerlo al ruolo d'autorità o a qualsiasi altro ruolo, che non sia quello di uomo fra gli uomini.
E' una indagine razionale, logica; di una logica inconsueta, anti-intellettuale, che ci prospetta fatti interiori ed esteriori che ci sono familiari e che tuttavia si rivelano sconvolgenti.
E' una indagine rivoluzionaria.
E senza questa rivoluzione nessun problema nè del singolo, nè del gruppo, nè del paese, nè del mondo intero può trovare soluzione che non finisca col corrompersi e col corrompere; senza questa rivoluzione i problemi si inacerbiscono e si moltiplicano, perpetuando l'angoscia esistenziale dell'uomo.
Essa è dunque la sola azione da cui possano giungere la liberta e la pace.
Occorre, al contrario, chiedersi perché tutte le strutture, tutte le ideologie, tutte le morali, tutte le religioni non siano riuscite a eliminare le aggressioni, le guerre, gli egoismi, le innumerevoli violenze fisiche e morali a cui soggiace.
E' una domanda antica quanto l'infelicità dell'uomo.
La scienza moderna è nata e ha trovato la propria vitalità quando, eliminando ogni apriorismo di natura teologica o filosofica, si è affidata all'unico linguaggio dei fatti, da essi ha indotto teorie, che è però sempre felice di rivoluzionare o di abbandonare qualora dai fatti venga una lezione che le smentiscano.
Tutto questo e molto di più, e soprattutto con una novità di cui la presente introduzione non conosce il segreto, è contenuto nella comunicazione di Krishnatnurti all'umanità attuale.
Ma chi è colui che si è assunto un compito del quale non v'è altro più importante?
Dalla sua eccezionale biografia potrebbero venire pericolose suggestioni; ma chi le subisse andrebbe incontro a una contraddizione insanabile con la sostanza della sua stessa comunicazione. Più facile è dunque dire quello che egli dichiara di non essere: non è un fondatore di religioni, nè un taumaturgo, nè un maestro che ammetta discepoli, nè un filosofo, nè un occultista e anzitutto non è un mistico.
Egli procede, con straordinaria ampiezza d'orizzonti e consequenzialità fra vita e parola, lungo la via in cui si muovono, più o meno a tentoni, la scienza, la cultura, l'arte più attuali e illuminanti.
L'unica risposta alla domanda chi egli sia può venirci dalle sue stesse parole, che ripetutamente affermano che egli non ha alcuna importanza, che non si può in nessun modo assumerlo al ruolo d'autorità o a qualsiasi altro ruolo, che non sia quello di uomo fra gli uomini.
E' una indagine razionale, logica; di una logica inconsueta, anti-intellettuale, che ci prospetta fatti interiori ed esteriori che ci sono familiari e che tuttavia si rivelano sconvolgenti.
E' una indagine rivoluzionaria.
E senza questa rivoluzione nessun problema nè del singolo, nè del gruppo, nè del paese, nè del mondo intero può trovare soluzione che non finisca col corrompersi e col corrompere; senza questa rivoluzione i problemi si inacerbiscono e si moltiplicano, perpetuando l'angoscia esistenziale dell'uomo.
Essa è dunque la sola azione da cui possano giungere la liberta e la pace.