Un reportage, più che mai attuale, scritto lungo le strade dei migranti che l’autore ha percorso insieme a loro: storie di persone in fuga sulla rotta balcanica, testimonianze di volontari e attivisti, di gente comune e giornalisti. Tutti hanno visto con i loro occhi le conseguenze brutali dell’accordo sui migranti tra Unione Europea e Turchia del marzo 2016. Il racconto del viaggio inizia a Istanbul, “un groviglio di vite brulicanti negli intimi meandri della città”, e termina in “una medina di tende” nella cittadina serba di Horgos, di fronte al muro ungherese, dove non resta che “attraversare l’attesa”.
Una rincorsa al di là di quel muro, sulle orme di colei che è riuscita ad andare oltre “la rotta spezzata” e che oggi è alla faticosa ricerca dei brandelli del passato da incollare allo “scheletro di una nuova esistenza”.
Una storia del nostro tempo che tutti dovrebbero conoscere.
Una rincorsa al di là di quel muro, sulle orme di colei che è riuscita ad andare oltre “la rotta spezzata” e che oggi è alla faticosa ricerca dei brandelli del passato da incollare allo “scheletro di una nuova esistenza”.
Una storia del nostro tempo che tutti dovrebbero conoscere.