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Regina di Luanto è lo pseudonimo di Anna Guendalina Lipparini sposata Roti.
Dall’incipit del libro:
Al secondo piano, nella sala di studio, vasta e ben aerata, Linda prendeva la sua lezione di geografia. Una grande libreria di noce scolpito copriva quasi tutta la parete di fondo, mentre in quella di faccia due grandi finestre spalancate sul giardino lasciavano scorgere le cime degli alberi ingiallite dall’autunno e già in parte svestite di foglie. A sinistra delle finestre stavano un pianoforte ed un tavolinetto da lavoro. Una tavola di forma rettangolare, ingombra di quaderni, libri…mehr

Produktbeschreibung
Regina di Luanto è lo pseudonimo di Anna Guendalina Lipparini sposata Roti.

Dall’incipit del libro:

Al secondo piano, nella sala di studio, vasta e ben aerata, Linda prendeva la sua lezione di geografia. Una grande libreria di noce scolpito copriva quasi tutta la parete di fondo, mentre in quella di faccia due grandi finestre spalancate sul giardino lasciavano scorgere le cime degli alberi ingiallite dall’autunno e già in parte svestite di foglie. A sinistra delle finestre stavano un pianoforte ed un tavolinetto da lavoro. Una tavola di forma rettangolare, ingombra di quaderni, libri e penne, occupava tutto il centro della stanza e le seggiole, colla spalliera alta di noce scolpito e le poltrone ricoperte di pelle stampata, rossa, a fregi d’oro, formavano con gli altri mobili un insieme ricco e severo. Dal lato più stretto della tavola, la piccola Linda di Vallorsara sedeva su una seggiola dove erano stati disposti alcuni guanciali perchè potesse arrivare comodamente al livello della tavola sulla quale appoggiava le due braccia, intanto che con i grandi occhi bruni seguiva su di un mappamondo le indicazioni che le dava la sua istitutrice. Ma nel visino delicato della bambina cominciava a comparire la noia cagionatale da quelle lunghe spiegazioni e le labbrucce, strette insieme, a stento frenavano gli sbadigli. Per distrarsi prese una ciocca dei lunghi capelli biondi che le scendevano sulle spalle, e sbadatamente arrotondandola sulle dita, se ne fece un balocco.