"La signora di Grenoble" è un affresco che illumina i vari aspetti della società nella quale affondano le radici dell'autore. La vita di una piccola frazione della valle del Serchio è lo specchio nel quale si riflette gran parte dell'Italia del tempo. La vicenda si consuma a cavallo fra il XIX ed il XX secolo, in breve periodo: pochi anni densi di avvenimenti che scuotono la vita di una piccola famiglia, alle prese, come tante altre, con problemi che vanno dall'economia alle più sottili complicazioni psicologiche dei personaggi. Il vivere, o meglio, il sopravvivere nella quotidiana indigenza, spinge la protagonista a staccarsi da quell'ambiente e a sfidare un mondo sconosciuto e incerto. Ma la donna è determinata; e mentre viviamo il suo desiderio di visitare nuovi orizzonti, che la portano lontano dal suo ambiente iniziale, intorno a noi si aprono finestre sulla vita della comunità che le ha fatto da culla: i riti, la fede, la magia, la quotidiana maldicenza e l'aiuto reciproco; la forte identità che costringe quasi a non varcare precisi confini di comportamento, pena l'emarginazione dell'inosservante. E poi il sospetto per lo straniero, o per chi tale si rende.