Questo libro può essere considerato un’appendice di quello più voluminoso dal titolo “La Chiusura del ciclo del carbonio antropico” pubblicato dallo stesso autore e editore. E’ rivolto agli esclusi dal mondo dell’ambiente e dell’energia, essendo l’autore giunto alla conclusione che il settore industriale, per non pagare dazio, si sia autoescluso dai problemi ambientali. Questo ha determinato la nascita e lo sviluppo di tre settori e tre tecnologie separate. Da questa divisione nascono tutti gli attuali problemi ambientali economici e occupazionali mondiali, checché ne dicano i Guru della finanza, dell’ambiente, dell’energia e dell’industria, che non possono esprimere altro che una visioni parziali dei problemi, vedendoli da angolazioni diverse. Sarebbe stato molto diverso lo sviluppo delle attività umane se l’industria non si fosse disinteressata. Per le forze messe in campo è successo che l’industria è al passo con i tempi, mentre i settori ambientali ed energetici sono rimasti allo stato artigianale. Oggi l’industria si lamenta che i costi energetici sono alti, ma questi sono destinati ad aumentare per arginare i problemi ambientali. L’autore che è uno dei pochi che ha vissuto problemi di progettazioni impiantistiche industriali, energetiche, ambientali, ritiene che oggi non ci sia più spazio per i palliativi ambientali ed energetici che propongono gli attuali addetti ai lavori. L’industria deve recuperare il tempo perduto e industrializzare anche l’ambiente e l’energia, creando, impianti unici in grado di depurare l’ambiente producendo energia ed eliminando gli sprechi. La produzione dell’energia protettiva dell’ambiente comporterà la creazione di una filiera immensa che coinvolgerà tutte le attività umane. L’inquinamento catturato alla fonte sarà un’ottima fonte energetica. Per ragioni economiche, oltre che ambientali, non converrà disperdere l’inquinamento nell’ambiente. Per gli industriali intelligenti si prospettano buoni affari.