Il libro è un lucido excursus sulla storia recente della Somalia, fitrato dall’esperienza personale dell’autore in cui convive, come lui stesso la definisce, una specie di "bigamia" identitaria, somala e italiana insieme. L’uscita di scena degli italiani dopo la loro fallimentare esperienza coloniale, il naufragio della democrazia parlamentare, il golpe del generale Siad Barre – despota modernizzatore trasformatosi in tiranno sanguinario rovesciato nel 1991 – e infine i vent’anni senza pace che hanno martirizzato la Somalia e l’hanno spinta fra le braccia dell’integralismo islamico. Riuscirà l’ "Islam moderato" incarnato dal presidente Sheikh Sherif Sheikh Ahmed a salvare questo paese dalle grinfie degli Shebab (i Talebani somali alleati di Al Qaida) e da quelle della nuova mafia che alimenta la pirateria dell’Oceano Indiano? In questa analisi di grande rigore intellettuale, l’autore non manca di presentarci le sue riflessioni sull’Italia contemporanea e sui cambiamenti subÏti dal nostro Paese in pochi decenni in relazione alla vita politica, alla condizione dei migranti e ai rapporti con l’Islam.