Ognuno di noi ha un legame speciale con un oggetto.
Nessuno ha il diritto di spezzarlo.
Men che meno una madre.
È un legame indissolubile quello tra una madre e un figlio. Tra Anna e Luca. Il cielo e la terra hanno stretto un patto d’amore: nessuno dei due potrà separare persone fatte l’una dell’altra. Intenso, toccante, commovente, il romanzo di Daniela Rabia penetra in questo rapporto con la sensibilità di chi sa che deve fermarsi sull’uscio. Oltre proverà ad arrivare il lettore, semmai. “La stanza del buio” non si spalanca, la porta resta sbarrata, non si socchiude neanche, ma quel buio lentamente si dissolve, facendo entrare la luce della fede. “La stretta al cuore si affievolisce piano piano e la luce del giorno, a tratti, ricompare nell’orizzonte dell’oscurità” afferma Alberto Scerbo nella prefazione. Francesco A. Cuteri nell’introduzione suggella il testo in questo messaggio “Daniela si muove lieve nel suo raccontare e affronta un tema così delicato con profonda sensibilità. Si immedesima così tanto nella madre da riproporne il respiro, spesso gli affanni, con straordinaria intensità; è come se avesse raccolto mille esperienze per narrare quanto narra. Daniela, insomma, ci parla del buio, ma tiene accanto a sé una lanterna. Ci offre uno spiraglio di vita, di speranza”. Scrive l’autrice “La vita non insegna a morire ma la morte dovrebbe insegnarci a vivere” fornendo le parole chiave a un testo che si legge d’un fiato per poi lasciare senza fiato.
Nessuno ha il diritto di spezzarlo.
Men che meno una madre.
È un legame indissolubile quello tra una madre e un figlio. Tra Anna e Luca. Il cielo e la terra hanno stretto un patto d’amore: nessuno dei due potrà separare persone fatte l’una dell’altra. Intenso, toccante, commovente, il romanzo di Daniela Rabia penetra in questo rapporto con la sensibilità di chi sa che deve fermarsi sull’uscio. Oltre proverà ad arrivare il lettore, semmai. “La stanza del buio” non si spalanca, la porta resta sbarrata, non si socchiude neanche, ma quel buio lentamente si dissolve, facendo entrare la luce della fede. “La stretta al cuore si affievolisce piano piano e la luce del giorno, a tratti, ricompare nell’orizzonte dell’oscurità” afferma Alberto Scerbo nella prefazione. Francesco A. Cuteri nell’introduzione suggella il testo in questo messaggio “Daniela si muove lieve nel suo raccontare e affronta un tema così delicato con profonda sensibilità. Si immedesima così tanto nella madre da riproporne il respiro, spesso gli affanni, con straordinaria intensità; è come se avesse raccolto mille esperienze per narrare quanto narra. Daniela, insomma, ci parla del buio, ma tiene accanto a sé una lanterna. Ci offre uno spiraglio di vita, di speranza”. Scrive l’autrice “La vita non insegna a morire ma la morte dovrebbe insegnarci a vivere” fornendo le parole chiave a un testo che si legge d’un fiato per poi lasciare senza fiato.