«La storia è altrove» parla del potere delle parole, della sua persistenza anche quando le parole stesse non sono comprese da chi le ascolta, anzi del suo diventare ancora più forte e penetrante via via che si abbassa la loro intelligibilità. Chi comprende, resta fermo ad un testo, chi non ci capisce niente invece immagina, sogna, ricorda e, alla fine, vive. È Ur, lo straniero, che fa capire tutto questo, agli abitanti di Caldeia e a noi, con le sue storie che vengono da molto, molto lontano, sia nello spazio che nel tempo.