La prima pietra che sancisce la nascita del quartiere è posata in piazza Benedetto Brin il 18 febbraio 1920, ma la vita qui si muove già dalla preistoria. Intorno allo stagno di San Paolo, dove oggi sorge la Basilica, ci sono i primi abitanti della zona: cervi ed elefanti antichi. In epoca romana la Garbatella è già un luogo ambito: qui scorre il fiume sacro Almone e sorgono le ville di personaggi illustri come Servilia Cepione, donna forte, intelligente, amante di Giulio Cesare e madre di Bruto. Si raggiunge via delle Sette Chiese che nel Cinquecento è allargata per far spazio al corteo di Carlo V in entrata trionfale. Si legge di monsignore Nicola Maria Nicolai che, a fine Settecento, sceglie la zona per impiantarvi vigneti coltivati “a garbata”. Tra Ottocento e Novecento l’oste anarchico Augusto Volpi serve vino e rivoluzione a Casale Garibaldi, in via Valeriano. Il mondo sta per cambiare. Lo sa bene l’ingegnere visionario Paolo Orlando che nel 1909 cavalca sulla via Ostiense sognando un quartiere tutto nuovo. Nel 1920 vengono fabbricati i primi lotti su progetto di Innocenzo Sabbatini. Durante il fascismo fra le strade della Garbatella si incrociano storie di resistenza e si vive la violenza delle bombe alleate nel marzo 1944. Nel 2020 il quartiere ha festeggiato il suo compleanno in tono minore, proprio durante la pandemia da Covid-19, ma la Garbatella, con la Centrale Montemartini, la stazione Ostiense, Eataly e i progetti di recupero degli spazi sociali, continua a essere anche oggi un serbatoio di idee e di impegno per il futuro.