Consigliato ad un pubblico 16+
Questo romanzo nasce grazie alle mie innumerevoli notti insonni, dopo che abbandonai il metodo di contare le pecore. Nasce grazie all’amore che ho sempre avuto per il cinema, la poesia e la fotografia. Fin da piccolo ho frequentato, senza esserne coinvolto, personaggi e famiglie mafiose in cui osservavo, ascoltavo e cercavo di capire, senza giudicare i loro comportamenti, i loro gesti e le mezze parole. Questo mi portava a fantasticare su ogni loro singolo racconto. Non fraintendetemi, non ho mai voluto essere come loro, ma nelle mie fantasie, indubbiamente sì, lo volevo. Quindi l’unico modo per non rischiare di essere arrestato o ucciso, era scrivere. Ed è quello che ho fatto per dieci lunghi anni. È stato come mettere insieme un machiavellico découpage in cui i racconti di ogni singolo personaggio dovevano incastrarsi fra di loro fino a formare un unico racconto. L’ho scritto in prima persona per diversi motivi. Il primo fra tutti è perché volevo esprimere i miei pensieri in maniera trasparente, poi perché alcuni capitoli non sono stati dettati dalla fantasia, ma da esperienze personali e infine perché ho scoperto che raccontare le storie in prima persona, mi ha entusiasmato. “La tana dei lupi” non è una singola storia, ma le storie di tanti personaggi fra cui emerge quella di un nonno mafioso che dopo aver perso l’amore verso la sua famiglia, lo riscopre grazie a un nipote che aspetta da anni che lui esca di prigione.
Questo romanzo nasce grazie alle mie innumerevoli notti insonni, dopo che abbandonai il metodo di contare le pecore. Nasce grazie all’amore che ho sempre avuto per il cinema, la poesia e la fotografia. Fin da piccolo ho frequentato, senza esserne coinvolto, personaggi e famiglie mafiose in cui osservavo, ascoltavo e cercavo di capire, senza giudicare i loro comportamenti, i loro gesti e le mezze parole. Questo mi portava a fantasticare su ogni loro singolo racconto. Non fraintendetemi, non ho mai voluto essere come loro, ma nelle mie fantasie, indubbiamente sì, lo volevo. Quindi l’unico modo per non rischiare di essere arrestato o ucciso, era scrivere. Ed è quello che ho fatto per dieci lunghi anni. È stato come mettere insieme un machiavellico découpage in cui i racconti di ogni singolo personaggio dovevano incastrarsi fra di loro fino a formare un unico racconto. L’ho scritto in prima persona per diversi motivi. Il primo fra tutti è perché volevo esprimere i miei pensieri in maniera trasparente, poi perché alcuni capitoli non sono stati dettati dalla fantasia, ma da esperienze personali e infine perché ho scoperto che raccontare le storie in prima persona, mi ha entusiasmato. “La tana dei lupi” non è una singola storia, ma le storie di tanti personaggi fra cui emerge quella di un nonno mafioso che dopo aver perso l’amore verso la sua famiglia, lo riscopre grazie a un nipote che aspetta da anni che lui esca di prigione.