Un uomo come tanti piange il tradimento e la perdita della sua bella. Dopo la devastante separazione sentimentale, cerca in tutti i modi di rifarsi una vita con diverse corteggiatrici, ma a tutte è in qualche modo costretto a negarsi sul più bello. La prima, Selya, rimane un ricordo amaro: il rimpianto di non aver colto il suo fiore porta il protagonista a immergersi in una narrazione onirica del suo passato, per tentare di scoprire sé stesso e la causa della prolungata astinenza. Durante la narrazione delle peripezie che il Fato, o chi per esso, ha predisposto perché finalmente l’Uomo incontrasse la sua Donna, Selya scopre un indizio importante sulla vita del suo non-compagno: quest’ultimo è infatti un discendente di tal Rambaldo, crociato che commissionò a un pittore un ritratto da appendere di fronte al talamo nuziale. La tela, raffigurante una donna somigliante in tutto e per tutto alla sposa del crociato, Maria, diventò il centro di una profezia: si sarebbe dissolta nella parete, diventando affresco, solo quando il proprietario avesse trovato la donna giusta; fino ad allora, non avrebbe avuto pace, e la donna ritratta si sarebbe lamentata a ogni atto sessuale consumato di fronte alla tela. Il prezioso dipinto, passando di generazione in generazione fino al protagonista, è centro di nuova contesa, quando viene rubato proprio dalla fidanzata adultera del Nostro. Ma non tutto il male viene per far del male: grazie a quell’abbandono e a quel furto, il narratore andrà incontro al suo Destino.