Primavera del 2010, in un momento in cui la criminalità organizzata impone la sua strategia del terrore, la provincia di Caserta diventa scenario di efferati delitti che colpiscono gli inquirenti per la loro platealità. Castel Volturno, cittadina rivierasca, diventa l’epicentro di mattanze sanguinarie che fuoriescono dai tipici schemi conosciuti agli inquirenti. Le vittime sono uomini politici, imprenditori collusi o camorristi di lungo corso, le cui barbare esecuzioni vengono date in pasto alla rete telematica. L’ispettore Riccardo Palazzo, capo della sezione anticrimine del Commissariato di PS, uomo saggio e solerte poliziotto, intuisce subito che il modus operandi dei killer non è riconducibile ad una matrice malavitosa. Le sue intuizioni sembrano trovare riscontro negli indizi emersi da un inchiesta parallela condotta dai Carabinieri di Parete, cittadina casertana confinante con Aversa, dove in un grosso cantiere di un noto imprenditore casertano, Ermanni, figura ambigua ed enigmatica, viene ritrovato il corpo martoriato di un piccolo criminale, Fernando Boccia, legato alla criminalità organizzata. Gli accertamenti condotti dal maresciallo Benito Sorbo, una sorta di alter ego di Palazzo, si intrecciano con la concomitante scomparsa del direttore dei lavori, l’ing. Nicola Saugenti, uomo di fiducia di Ermanni, e alimentano la convinzione che il brutale omicidio non abbia una matrice prettamente malavitosa. Le valutazioni dei due ufficiali raggiungeranno una sintesi quando avranno la possibilità di confrontarsi telefonicamente. A seguito del colloquio con Sorbo, l’ispettore Palazzo troverà alcuni pezzi mancanti ad un puzzle che da tempo sta tentando di decifrare. Pressato dalla Procura, che intende trasferire la competenza delle indagini alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ritenendo che sia in atto semplicemente un regolamento di conti tra clan contrapposti, Palazzo, convinto invece che ci sia molto di più dietro le stragi, si imbatte con i suoi uomini in una frenetica caccia alla banda dei killer. La sua strada si incrocia anche con l’ambigua figura di Marco Serafini, cronista spregiudicato di un quotidiano locale, che da persona odiata si trasformerà nell’inattesa spalla di Palazzo. Sarà lui a suggerire al poliziotto l’inusuale legame tra gli eventi omicidiari e l’improvviso fermento che si dipana sulla rete, dove i blog e i social network diventano la loro cassa di risonanza e luogo di proselitismo. Le indagini proseguono a ritmo incessante , in stretta concomitanza a nuovi delitti, in un'escalation di morte che sembra non aver fine. Attraverso un'accurata attività inquirente, alimentata dalle intuizioni del cinico giornalista, giunto a patti con la polizia per avere l'esclusiva della vicenda, cominciano a delinearsi le vere intenzioni dei killer. Le stragi sono accuratamente architettate in modo che si alimenti intorno ad esse l'interesse morboso dei mass media, ed in primis del mondo virtuale. Non importa "cosa" ma "come". Gli inquirenti comprendono che la chiave di lettura vada ricercata nella diffusività delle notizie alimentata da internet, di cui si servono i killer per sollecitare effetti emulatori.