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Intorno a questa testa bronzea equina, si intrecciano ora concordi, ora no, storie, leggende, arte, folklore, che rendono difficile trovare una conclusione univoca che possa soddisfare studiosi e lettori. Il punto di partenza è la Cronaca di Partenope, 1326 ca, nella quale si tramandano due insegne, una della "plazza di Capuana", l'altra della "plazza di Nido", entrambe simboleggianti cavalli sfrenati. Quando Carlo I Angioino entrò in Napoli, con gesto d'imperio sui Napoletani, fece apporre su quelli di Nido il freno con il noto distico. Ma Collenuccio nel Compendio, 1531, attribuì allo svevo…mehr

Produktbeschreibung
Intorno a questa testa bronzea equina, si intrecciano ora concordi, ora no, storie, leggende, arte, folklore, che rendono difficile trovare una conclusione univoca che possa soddisfare studiosi e lettori. Il punto di partenza è la Cronaca di Partenope, 1326 ca, nella quale si tramandano due insegne, una della "plazza di Capuana", l'altra della "plazza di Nido", entrambe simboleggianti cavalli sfrenati. Quando Carlo I Angioino entrò in Napoli, con gesto d'imperio sui Napoletani, fece apporre su quelli di Nido il freno con il noto distico. Ma Collenuccio nel Compendio, 1531, attribuì allo svevo Corrado IV l'episodio, cosa accettata da molti napoletanisti, incuranti di quanto affermato nella Cronaca. Il secondo punto, quello artistico, ebbe anch'esso numerosi interpreti, i quali si confrontavano se considerare la testa opera del terzo secolo a.C. o di Donatello; se fu separata da un monumento equestre o fusa quale autonoma opera d'arte. Il terzo interrogativo è circa il potere leggendario che Virgilio aveva infuso nel monumento ovvero la virtù di sanare i consimili viventi se gli avessero girato intorno; e circa la località ove convenivano. Infine, ultimo dilemma,se effettivamente il cavallo era l'insegna cittadina, in quanto non tutti vi aderiscono anche se il cavallo sfrenato è comunque dai Napoletani considerato come la loro insegna.