All’inizio degli anni Novanta contro magistrati – come Falcone e Borsellino – e città d’arte, Cosa nostra scatena la più feroce e sanguinosa campagna di attentati e stragi della storia della Repubblica. Si teme un vero e proprio colpo di stato. I governi presieduti da Andreotti e Amato passano da una strategia eversiva del potere mafioso allo scambio ineguale (o cedimento). Tale fu, in realtà, la cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. Questo esito viene messo in evidenza da Stragi e trattativa, un ampio rapporto redatto da 5 consulenti della Commissione parlamentare antimafia. Non fu secretato, ma non venne fatto circolare. In questo saggio, uno dei consulenti dai quali fu redatto, lo storico Salvatore Sechi, ne spiega l’origine e la scomparsa. La mancata costituzionalizzazione del diritto penale (siamo fermi ancora al codice Rocco) immerge il nostro paese in quella che nella storiografia anglosassone viene chiamata “giustizia di transizione”.