Ispirato a una toccante storia vera
1939. Quando i nazisti invadono la Polonia, la famiglia della piccola Danusha è costretta ad abbandonare la sua casa. La madre, Anna, cambia nome e si assicura un posto come governante nella villa di un medico tedesco a Cracovia: vicinissima al pericolo, spera di tenere la famiglia al sicuro. Il salotto al piano terra della grande casa, infatti, ospita cene e ricevimenti a cui partecipano gli ufficiali nazisti…
L’identità segreta dovrebbe proteggere Danusha e il fratellino, ma li costringe a una solitudine senza scampo. Anna, infatti, ha paura che la bambina prima o poi possa tradirsi e limita i suoi contatti con gli altri. Danusha non riesce a capire perché sua madre, in presenza di altre persone, faccia persino fatica a guardarla negli occhi. Solo con il passare degli anni, quando Anna si lascia andare ai ricordi di quel periodo così buio, Danusha capisce che sua madre ha nascosto dolore e apprensione dietro un’apparente freddezza. E che non ha mai smesso, neppure per un secondo, di vegliare su di lei…
Nemmeno quando proteggerla ha significato mettere a repentaglio la propria vita.
L’orrore della guerra visto attraverso gli occhi di una bambina ebrea
«Serve un grande coraggio per scrivere come Malka Adler: senza ammorbidire, senza abbellire, senza lasciare spazio all’immaginazione.»
Yehudith Rotem, Haaretz, Israel News
«Storie come questa devono essere raccontate. Si rimane catturati dal racconto della vita di Danusha, nel percorso che la porta finalmente a trovare la propria identità.»
«Un romanzo appassionante, che commuove perché è facile immedesimarsi nella piccola Danusha e nel suo desiderio di essere amata.»
Malka Adler
È nata in un piccolo villaggio vicino al Lago di Tiberiade, nel nord di Israele. È terapeuta familiare e di coppia e animatrice di diversi club di lettura. Ha iniziato a scrivere quando ha compiuto cinquant’anni e ha all’attivo sei libri, di cui quattro sull’Olocausto. La Newton Compton ha pubblicato I fratelli di Auschwitz, un grande successo di pubblico e di critica, e La valigia di famiglia.
1939. Quando i nazisti invadono la Polonia, la famiglia della piccola Danusha è costretta ad abbandonare la sua casa. La madre, Anna, cambia nome e si assicura un posto come governante nella villa di un medico tedesco a Cracovia: vicinissima al pericolo, spera di tenere la famiglia al sicuro. Il salotto al piano terra della grande casa, infatti, ospita cene e ricevimenti a cui partecipano gli ufficiali nazisti…
L’identità segreta dovrebbe proteggere Danusha e il fratellino, ma li costringe a una solitudine senza scampo. Anna, infatti, ha paura che la bambina prima o poi possa tradirsi e limita i suoi contatti con gli altri. Danusha non riesce a capire perché sua madre, in presenza di altre persone, faccia persino fatica a guardarla negli occhi. Solo con il passare degli anni, quando Anna si lascia andare ai ricordi di quel periodo così buio, Danusha capisce che sua madre ha nascosto dolore e apprensione dietro un’apparente freddezza. E che non ha mai smesso, neppure per un secondo, di vegliare su di lei…
Nemmeno quando proteggerla ha significato mettere a repentaglio la propria vita.
L’orrore della guerra visto attraverso gli occhi di una bambina ebrea
«Serve un grande coraggio per scrivere come Malka Adler: senza ammorbidire, senza abbellire, senza lasciare spazio all’immaginazione.»
Yehudith Rotem, Haaretz, Israel News
«Storie come questa devono essere raccontate. Si rimane catturati dal racconto della vita di Danusha, nel percorso che la porta finalmente a trovare la propria identità.»
«Un romanzo appassionante, che commuove perché è facile immedesimarsi nella piccola Danusha e nel suo desiderio di essere amata.»
Malka Adler
È nata in un piccolo villaggio vicino al Lago di Tiberiade, nel nord di Israele. È terapeuta familiare e di coppia e animatrice di diversi club di lettura. Ha iniziato a scrivere quando ha compiuto cinquant’anni e ha all’attivo sei libri, di cui quattro sull’Olocausto. La Newton Compton ha pubblicato I fratelli di Auschwitz, un grande successo di pubblico e di critica, e La valigia di famiglia.