Camillo non ha un cognome perché è un bastardo ovvero è stato abbandonato alla nascita. Alcide Manzù è un barbiere, scorbutico e di poche parole. Ha bisogno di un aiuto in bottega e sceglie proprio lui, il più silenzioso tra i bastardi del convento. È abituato a obbedire, Camillo, parla poco e lavora molto. E presto rivela ben altri talenti: è capace di perdersi nella pittura con risultati sublimi. Ma la bellezza, si sa, scatena invidie, soprattutto tra le comari. Arriva poi un editto del Governatore che obbliga i tutori della legge a trovare un capro espiatorio, e il bastardo che dipinge meravigliosamente, ispirato per certo dal demonio, non può che essere il loro primo bersaglio. E così, in un intrecciarsi di piccole vicende e quotidiane viltà di paese, si sviluppa il rapporto tenero e surreale tra Alcide e Camillo, fino all'arrivo di una Cometa che dovrebbe cambiare le sorti di tutti...