Da un autore che ha dedicato alla Via Francigena alcune opere documentate ed interessanti, è stato fatto notare (nel 1997) che nonostante l’importanza che questa ha avuto “nel medioevo per la vita economica e sociale della Toscana, la letteratura sull’argomento non si può certo dire imponente.Per lo più si è parlato della via, incidentalmente, nell’ambito di più ampi lavori di storia generale sul medioevo toscano, oppure, in una prospettiva storico-topografica, in articoli brevi o brevi note apparse in riviste di storia locale”.Da allora, indubbiamente, l’interesse della via Francigena è aumentato, e così le pubblicazioni ad essa dedicate: alle prospettive storico-topografiche si sono aggiunti approfondimenti legati alla “via del pellegrinaggio” e valide iniziative per il recupero dei luoghi ad essa collegati, anche sotto il profilo del turismo “colto”.Questo volumetto nasce però da una prospettiva assai diversa. Proprio perché i vari saggi sono stati redatti da studenti del mio corso di Sociologia Urbana nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, l’ottica seguita è stata quella di operare una ricostruzione del “mondo” della Via Francigena, collegando la ricostruzione dei percorsi nel cuore della Toscana (da Lucca a Siena), con l’analisi di quanto ancora esistente sul territorio, e con una panoramica dei contesti urbani e del tessuto politico e sociale esistente nel XII-XIII secolo. Sotto gli occhi del lettore scorrono quindi i fotogrammi del vivere e produrre a Lucca, l’organizzazione dell’ospedale dell’Altopascio, i Vicari dell’Impero che governavano appollaiati nel nido d’aquila di San Miniato, ma anche i borghi della Valdinievole, l’incidenza del lago di Bientina nell’economia del territorio e quella specie di oasi salutare per i pellegrini che, anche allora, erano le acque termali di Casciana.