Come ci si sente a portare con sé mezza luna, perché tutta illumina troppo? È come stare a metà tra la sabbia e il mare, come guardare una barca sulla riva che sta affondando, come scrivere un nome sulla sabbia ma troppo vicino al bagnasciuga. Non è la perfezione, è l’illusione di poter raggiungere la felicità, ma è sempre e solo la metà di quello che si desidera. È di questa metà che si parla nella silloge, metà cuore pieno di amore e l’altra metà oscurato dal dolore, dalla sofferenza e dalla depressione. È il bicchiere mezzo vuoto, perché quando lo vedi mezzo pieno poi cade e va in mille pezzi, lasciandosi dietro frammenti pieni di nulla. L’illusione, il desiderio, i sogni si mischiano nei versi e diventano una lunga confessione di ciò che è la vita di chi si è sempre arroccato in un fiabesco castello fatiscente alla ricerca dell’altra metà del cuore, quel calzino spaiato che non trova mai il compagno e quando lo trova si illude che sia perfetto.