Il viaggio della zingara (Sara) è un camminamento viscerale nella piaga della solitudine. La donna dai capelli rossi e il suo seduttore si erano astenuti dall’obbligo genitoriale dopo averla concepita. La protagonista eredita l’assenza, il dolore, la discriminazione; ingredienti tossici che saranno trasmessi ai discendenti… inevitabilmente. I granuli osservati nella clessidra, ripropongono gli eventi che si ripetono fedeli da tre generazioni, e fanno scattare la rivoluzione della stessa autrice che attraverso il perdono trasforma tale romanzo in un impresa di coraggio, un atto di valore che ricorda le confessioni di sant’Agostino.