L'autrice di questo libro si definisce una «femminista pro-life», il che sembra una contraddizione in termini, data la forza con cui viene propugnato un presunto «diritto di abortire» in certi ambienti femministi. Con uno stile vivace e battagliero, Fiorella Nash si fa paladina di una tesi apparentemente contro-intuitiva: più una donna ha a cuore la parità fra i due sessi dei diritti nei rapporti civili, economici, giuridici, politici e sociali e più dovrebbe impegnarsi per la tutela pubblica di ogni vita. L'autrice, inoltre, pungola chi è sempre in piazza per difendere i «diritti civili» - sedicenti femministe incluse -, chiedendo loro come mai la loro indignazione svapori dinanzi alle donne cinesi indotte alla sterilizzazione o all'aborto forzati; dinanzi alle migliaia di bambine uccise ogni anno prima di nascere semplicemente per il fatto di essere donne; dinanzi alle migliaia di donne che ricche coppie occidentali «cosificano» utilizzandole come madri surrogate. Il libro però interpella anche il fronte pro-life, richiamandolo a un approccio più sensibile e realistico alle gravidanze problematiche, e a una maggiore attenzione allo sfruttamento e all'abuso delle donne all'inter
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