a cura di federico roncoroni, scritti di enrico tallone e massimo gatta
Come è tipico della tecnica compositiva di Piero Chiara, il racconto L'accordatore nasce da qualcosa di cui lo scrittore ha fatto esperienza diretta o di cui è venuto a conoscenza personalmente: un fatto di cui è stato protagonista o testimone, con il personaggio o i personaggi che al fatto hanno dato vita e sostanza, e con, sullo sfondo, i luoghi dove il fatto si è verificato, luoghi che sono sempre riconducibili a una realtà precisa e ben nota a Chiara, perché sono quelli del suo piccolo mondo. Così l'ideazione del racconto L'accordatore affonda le sue radici in eventi, apparentemente senza importanza ma tali da suscitare l'attenzione e l'interesse dello scrittore: l'arrivo, cui Chiara assiste, a Orta, intorno alle nove di una «mattina di ottobre» di una domenica - Chiara ama localizzare sempre nello spazio e nel tempo i "fatti" che narra - di un personaggio che lo incuriosisce sia per il suo aspetto - «un vecchietto [...], un tipo mingherlino, di bassa statura, vestito di scuro, con camicia, cravatta e un cappello nero a larga tesa sul capo» che «ai piedi aveva delle scarpe da tennis color burro» e una «faccia da uccello» sia per il suo piglio imperioso. dalla Nota al testo di Federico Roncoroni
Come è tipico della tecnica compositiva di Piero Chiara, il racconto L'accordatore nasce da qualcosa di cui lo scrittore ha fatto esperienza diretta o di cui è venuto a conoscenza personalmente: un fatto di cui è stato protagonista o testimone, con il personaggio o i personaggi che al fatto hanno dato vita e sostanza, e con, sullo sfondo, i luoghi dove il fatto si è verificato, luoghi che sono sempre riconducibili a una realtà precisa e ben nota a Chiara, perché sono quelli del suo piccolo mondo. Così l'ideazione del racconto L'accordatore affonda le sue radici in eventi, apparentemente senza importanza ma tali da suscitare l'attenzione e l'interesse dello scrittore: l'arrivo, cui Chiara assiste, a Orta, intorno alle nove di una «mattina di ottobre» di una domenica - Chiara ama localizzare sempre nello spazio e nel tempo i "fatti" che narra - di un personaggio che lo incuriosisce sia per il suo aspetto - «un vecchietto [...], un tipo mingherlino, di bassa statura, vestito di scuro, con camicia, cravatta e un cappello nero a larga tesa sul capo» che «ai piedi aveva delle scarpe da tennis color burro» e una «faccia da uccello» sia per il suo piglio imperioso. dalla Nota al testo di Federico Roncoroni
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