"L'albergo delle tre rose" è un romanzo poliziesco del 1936 dello scrittore italiano Augusto De Angelis, secondo della serie dedicata alle indagini del commissario De Vincenzi della squadra mobile di Milano.
Il commissario Carlo De Vincenzi della squadra mobile di Milano si trova questa volta alle prese con l'enigma di un giovane inglese che viene ucciso in un albergo, L'albergo delle tre rose, frequentato da un gruppo di personaggi dediti al gioco d'azzardo. La stranezza è che il testamento lasciato dal giovane vede come beneficiari proprio i giocatori d'azzardo che frequentano l'albergo.
Augusto De Angelis (Roma 1888 – Bellagio 1944) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Scrisse poco meno di una ventina di romanzi polizieschi, nella maggior parte dei quali è protagonista il commissario De Vincenzi, capo della squadra mobile di Milano, un personaggio arguto ma molto umano, creando una sorta di Maigret italiano ante litteram.
Nonostante il buon successo dei suoi romanzi, tuttavia, De Angelis non poté goderne a lungo: la censura del regime fascista infatti impose il sequestro del romanzi noir nonché la chiusura dei gialli Mondadori, perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura. Fu arrestato con l'accusa di antifascismo ed uscito di prigione nel 1944 ebbe la sfortuna d'incontrarsi con un "repubblichino" che lo aggredì con pugni e calci, tanto da causarne la morte.
Il commissario Carlo De Vincenzi della squadra mobile di Milano si trova questa volta alle prese con l'enigma di un giovane inglese che viene ucciso in un albergo, L'albergo delle tre rose, frequentato da un gruppo di personaggi dediti al gioco d'azzardo. La stranezza è che il testamento lasciato dal giovane vede come beneficiari proprio i giocatori d'azzardo che frequentano l'albergo.
Augusto De Angelis (Roma 1888 – Bellagio 1944) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Scrisse poco meno di una ventina di romanzi polizieschi, nella maggior parte dei quali è protagonista il commissario De Vincenzi, capo della squadra mobile di Milano, un personaggio arguto ma molto umano, creando una sorta di Maigret italiano ante litteram.
Nonostante il buon successo dei suoi romanzi, tuttavia, De Angelis non poté goderne a lungo: la censura del regime fascista infatti impose il sequestro del romanzi noir nonché la chiusura dei gialli Mondadori, perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura. Fu arrestato con l'accusa di antifascismo ed uscito di prigione nel 1944 ebbe la sfortuna d'incontrarsi con un "repubblichino" che lo aggredì con pugni e calci, tanto da causarne la morte.