Partendo dal bisogno di mettere nero su bianco i propri ricordi e le esperienze che li hanno generati, come una sorta di diario personale, nel libro “L’Alito della vita”, l’autore costruisce una sequenza, ampia, di racconti dal tocco certamente più trasversale, utilizzando una serie di personaggi terzi e diversi e conferendo a ogni racconto una valenza non esclusivamente individuale, bensì un tono cromatico in cui ciascun lettore può rivedersi e rispecchiarsi, sovrapponendo le proprie memorie, giovani o remote che siano, a quelle intime di Zaccardo. Le storie contenute, assumono un “odore” universale, divertente, a tratti apertamente coinvolgente, con chiusure ragionate che, di volta in volta, spingono alla riflessione e, soprattutto, alla curiosità di proseguire in modo bramoso la lettura, brano dopo brano e passaggio dopo passaggio. Tra allegorie continue, giochi e, talvolta, esercizi di stile, canti di gioia e dolore, amori vissuti e sognati, esperienze, momenti e luoghi diversi, Galdino Zaccardo si presenta al pubblico con un libro sicuramente intenso, per gli aspetti già analizzati, e molto piacevole da leggere e “interpretare.