Può un bambino di due anni o giù di lì avere ancora delle memorie? Se queste sono legate ad un fatto specifico che ha lasciato un’ombra indelebile nella mente del fanciullo, la risposta è sì. Ed i primi fatti legati alla mia memoria sono: il vagare nel corridoio di casa con un vasino da notte in mano e poi portare trionfante un simulacro del re nemico, preso in giro dalla tata.Poi tanti fatterelli, forse insignificanti, ma che hanno lasciato la loro traccia: i primi giorni di scuola, i riflessi condizionati, l’annuncio dell’entrata in guerra, il malcelato scoraggiamento di papà sul suo esito, il razionamento, il ricorso alla spiaggia di Ostia per racimolare ferro per gli armamenti, gli aumenti dei prezzi, lo sfollamento da Roma, il rito bizantino, l’occupazione, la tacita resistenza di una zia e di un nipotino, l’attentato di Via Rasella, il crollo della casa che aveva ospitato gli sfollati, la liberazione, il dopoguerra, la collaborazione per sovvenire al bisogno di scarpe di tanti sfollati, l’udienza papale, il ricevimento al Quirinale, il referendum istituzionale, il trattato di pace, le camionette a sostituire gli autobus, l’apparizione alle tre fontane, le scuole superiori, le vacanze estive, l’addio al collegio; tutto viene man mano alla mente e raccontato, dapprima con lo sguardo del bambino poi dell’adolescente quindi del ragazzo.