Durante i miei soggiorni nel decennio degli anni ’80 al Cairo, come esperto delle missioni con la Cooperazione Tecnica per i Paesi in Via di Sviluppo, non mancavo ogni anno di visitare il Museo Archeologico. Esso era diventato la mia casa con i suoi reperti e testimonianze della civiltà e cultura dell’antico Egitto.
Fra i personaggi della statuaria, i miei momenti di sosta e ‘dialogo’ mentale erano di fronte alla statua del re Thuthmose III e di un saggio, Amen-hotep, figlio di Hepu. Per il primo, la fermata era in funzione della grandezza di questo re che, con oculata politica e spirito cavalleresco, espanse il dominio egiziano in tutto il Medio Oriente e nel sud dell’Egitto: piccolo grande Uomo, stratega coraggioso e astuto che condusse la sua principale azione bellica contro la fortezza di Megiddo, e che regnò a lungo sulla Terra Nera con grande intelligenza e precisione.
Fra i personaggi della statuaria, i miei momenti di sosta e ‘dialogo’ mentale erano di fronte alla statua del re Thuthmose III e di un saggio, Amen-hotep, figlio di Hepu. Per il primo, la fermata era in funzione della grandezza di questo re che, con oculata politica e spirito cavalleresco, espanse il dominio egiziano in tutto il Medio Oriente e nel sud dell’Egitto: piccolo grande Uomo, stratega coraggioso e astuto che condusse la sua principale azione bellica contro la fortezza di Megiddo, e che regnò a lungo sulla Terra Nera con grande intelligenza e precisione.