Veneranda nasce in una famiglia precaria e disunita, senza certezze e senza prospettive. Cresce affidata alle cure ed alla protezione della nonna materna come un meraviglioso fiore nel deserto, in una povera e misera provincia del Sud, appena raggiunta dai venti della modernità e convertita alle mode propinate dai nuovi mezzi di comunicazione. È presto consapevole della sua bellezza e delle sue doti attrattive per le attenzioni e i cupidi appetiti che suscita nell’ambiente scolastico e nel piccolo paese. Il primo a cercare di godere delle sue grazie è quello che lei riteneva fosse suo padre, ma Veneranda riesce a sottrarsi al tentativo di violenza per la provvidenziale entrata in scena di un compagno di scuola che nella sua vita avrà un ruolo determinante e risolutivo. La verità sulla sua origine illegittima, appresa dalla nonna, la immiserisce e l’abbatte; sente di non avere radici e nessi affettivi e attraversa un periodo di profonda crisi esistenziale dal quale, alla fine, emerge con la tenace volontà di emanciparsi dalla sua condizione, lanciandosi alla conquista della ricchezza, delle posizioni sociali e della notorietà con l’unica grande dote che la natura le ha abbondantemente fornito, la sua bellezza, e con il talento della sua abile mendacità.