Il saggio, tratta della spinta intesa come attività – palese o implicita – che viene esercitata per ottenere un risultato.Gli ambiti in cui l’esigenza di spinte si manifesta e/o si applica sono i più diversi. L’ambiente di lavoro è probabilmente quello ove il fenomeno è più evidente e diffuso, ma anche il contesto sociale – nelle diverse realtà istituzionali, associative, familiari e relazionali – ne testimonia la necessità.L’indagine, pur dunque a largo spettro, si inserisce principalmente all’interno della vita lavorativa: in tal senso Paolo Ghelfi mette in campo tutta la proria esperienza di organizzatore aziendale, documentando con molti esempi pratici e diretti.Molte cose, nell’ambito professionale, dovrebbero “avanzare” da sole. Ma così, purtroppo come tutti ben sappiamo, non è.Se il lavoro non viene “spinto”, rimane fermo. L’autore analizza questo problema affinché si maturi consapevolezza del “fenomeno spinta” e si acquisiscono gli strumenti idonei per affrontarlo.La tesi presentata, docunentata e discussa in questo saggio ed è che tutto (o meglio: troppo) di ciò che dovrebbe o potrebbe succedere, perché previsto e atteso, avviene invece perché spinto, sollecitato, ricordato. un po’ come sosteneva Aristotele: gli oggetti in movimento possono continuare a muoversi solo sotto la spinta di una forza.E questo non è positivo, bensì nocivo, specialmente nell’ambito professionale.Prefazione di Dino Giovannini.