Le fonti termali che si trovano in Campania, di fronte al golfo di Pozzuoli, godettero nel Medioevo di una vasta fama, tanto che anche l’imperatore Federico II, dopo essere stato contagiato da una grave epidemia, decise di sperimentare su di sé il potere terapeutico delle acque puteolane. Sull’onda di questa notorietà Pietro da Eboli (1160 ca. – 1220?) compose il «De Euboicis aquis» («Le acque cumane»), anche conosciuto come il «De Balneis Puteolanis», un’opera medico-didascalica in cui descrisse le singole fonti e le proprietà curative di ciascuna di esse. A quali malattie potevano porre rimedio queste acque talmente miracolose da suscitare, pare, anche l’invidia di alcuni medici salernitani?
L’edizione critica del testo, con un commento filologico, è stata pubblicata per l’«Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d’Italia» nel 2019 dallo stesso studioso.
L’edizione critica del testo, con un commento filologico, è stata pubblicata per l’«Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d’Italia» nel 2019 dallo stesso studioso.