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Traduzioni integrali di Francesco Bollono e Valentino De Carlo Sono state raccolte in questo volume le tre commedie che Aristofane ha dedicato specificamenle al sesso femminile, nei confronti del quale egli non nutrì affatto quella sincera antipatia di cui è stato spesso accusato, ma si limitò ad usare lo medesima frusta satirica altrove agitata verso gli uomini. La festa delle donne (Le Tesmoforiazuse) e Lisistrata furono rappresentate nel 411, in un momento poco felice della storia ateniese. La prima è una divertente parodia di Euripide che Aristofane immagina perseguitato da quelle stesse…mehr

Produktbeschreibung
Traduzioni integrali di Francesco Bollono e Valentino De Carlo Sono state raccolte in questo volume le tre commedie che Aristofane ha dedicato specificamenle al sesso femminile, nei confronti del quale egli non nutrì affatto quella sincera antipatia di cui è stato spesso accusato, ma si limitò ad usare lo medesima frusta satirica altrove agitata verso gli uomini. La festa delle donne (Le Tesmoforiazuse) e Lisistrata furono rappresentate nel 411, in un momento poco felice della storia ateniese. La prima è una divertente parodia di Euripide che Aristofane immagina perseguitato da quelle stesse donne ateniesi tanto spesso colpite dalla sua misoginia. In Lisistrata, invece, viene messa in scena una delle più brillanti trovate del teatro comico: un incredibile sciopero delle prestazioni sessuali che le donne ateniesi organizzano per ottenere la fine della guerra del Peloponneso. Il tema di questa commedia pacifista, estrosa ma sostanzialmente amara, verrò ripreso più di venti anni dopo, ma in toni molto più rassegnati, in Le donne a Parlamento, fino ad auspicare il governo delle donne e la totale comunione dei beni: è l'estrema illusione del poeta che stenta ad arrendersi di fronte al tramonto del suo mondo palitico e sociale e intravede nelle donne un'ultima garanzia di conservatorismo. Aristofane (445-388 a.C.?), sommo poeta della commedia greca, fu autore di quarantuno opere, undici a noi pervenute. Il testo qui ripubblicato fu insignito del «Premio Viareggio 1968» e coronato da lusinghiero successo: più volte ristampato e costantemente rivisto e migliorato, rende giustizia con “verbale” perizia all’originale greco, sconciato da una millenaria tradizione, e si avvale di una “traduzione” che ha sopperito all’assenza dello “spettacolo”, sua primaria identità.