Falcone e Borsellino, da Capaci a via D’Amelio
Tra le pagine più buie della storia del nostro Paese ci sono, senza alcun dubbio, le stragi di Capaci e via D’Amelio. Si tratta, rispettivamente, dei luoghi simbolo in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a distanza di 57 giorni, in un anno destinato a essere ricordato: il 1992. Le due terribili esplosioni, che mostrarono al mondo intero la ferocia brutale della mafia, arrivavano all’indomani del più grande attacco a Cosa Nostra mai condotto in Italia: un maxiprocesso conclusosi il 16 dicembre 1987 con 360 condanne. Le cosche, colpite duramente dal lavoro infaticabile dei due giudici, intrapresero quello che è da considerarsi a tutti gli effetti un atto di guerra: un messaggio di avvertimento verso l’intero Paese. Le stragi di Capaci e via D’Amelio impedirono che venisse alla luce pienamente il patto tra mafia, politica e grandi imprese, che determinava la gestione degli appalti ben al di là della Sicilia. Questo saggio si interroga anche sulle complicità, all’interno dell’apparato statale, che permisero di sottrarre l’agenda rossa di Paolo Borsellino dal luogo dell’eccidio.
1992-2022: trent’anni dagli attentati ai giudici siciliani simbolo della lotta alla mafia
Un libro per non dimenticare
«Gli uomini passano, le idee restano.»
Giovanni Falcone
Da Capaci…
Lo scenario di Capaci - Gli inizi - La genesi del pool antimafia - Il metodo Falcone - La nuova Cosa Nostra Corleonese - La vittoria del maxiprocesso e la condanna a morte - Il dito di Sciascia o la delegittimazione - Come l’Ulisse dantesco: i delitti politici di Palermo - Una centrale unica degli appalti - La deliberazione
…a via D’Amelio
Lo scenario di via D’Amelio - Giuditta e Biagio - Emanuele Basile e l’altare maggiore - Il santuario di Cosa Nostra - Con Mauro Rostagno - Giudici e pentiti - Il peso del potere - L’accelerazione - In odium fidei - La prigionia di Paolo Borsellino - I suggeritori, un assassino ignoto e un’intercapedine
Vincenzo Ceruso
È nato a Palermo, dove vive e lavora. Allievo di padre Pino Puglisi, si è occupato di minori a rischio di devianza con la Comunità di Sant’Egidio. Già ricercatore presso il Centro studi Pedro Arrupe, collabora con l’Osservatorio Migrazioni e scrive di mafia su diverse testate. Per la Newton Compton ha pubblicato Uomini contro la mafia; I 100 delitti della Sicilia; Provenzano. L’ultimo padrino; La mafia nera; Le più potenti famiglie della mafia, Le due stragi che hanno cambiato l’Italia e, con Pietro Comito e Bruno De Stefano, I nuovi padrini.
Tra le pagine più buie della storia del nostro Paese ci sono, senza alcun dubbio, le stragi di Capaci e via D’Amelio. Si tratta, rispettivamente, dei luoghi simbolo in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a distanza di 57 giorni, in un anno destinato a essere ricordato: il 1992. Le due terribili esplosioni, che mostrarono al mondo intero la ferocia brutale della mafia, arrivavano all’indomani del più grande attacco a Cosa Nostra mai condotto in Italia: un maxiprocesso conclusosi il 16 dicembre 1987 con 360 condanne. Le cosche, colpite duramente dal lavoro infaticabile dei due giudici, intrapresero quello che è da considerarsi a tutti gli effetti un atto di guerra: un messaggio di avvertimento verso l’intero Paese. Le stragi di Capaci e via D’Amelio impedirono che venisse alla luce pienamente il patto tra mafia, politica e grandi imprese, che determinava la gestione degli appalti ben al di là della Sicilia. Questo saggio si interroga anche sulle complicità, all’interno dell’apparato statale, che permisero di sottrarre l’agenda rossa di Paolo Borsellino dal luogo dell’eccidio.
1992-2022: trent’anni dagli attentati ai giudici siciliani simbolo della lotta alla mafia
Un libro per non dimenticare
«Gli uomini passano, le idee restano.»
Giovanni Falcone
Da Capaci…
Lo scenario di Capaci - Gli inizi - La genesi del pool antimafia - Il metodo Falcone - La nuova Cosa Nostra Corleonese - La vittoria del maxiprocesso e la condanna a morte - Il dito di Sciascia o la delegittimazione - Come l’Ulisse dantesco: i delitti politici di Palermo - Una centrale unica degli appalti - La deliberazione
…a via D’Amelio
Lo scenario di via D’Amelio - Giuditta e Biagio - Emanuele Basile e l’altare maggiore - Il santuario di Cosa Nostra - Con Mauro Rostagno - Giudici e pentiti - Il peso del potere - L’accelerazione - In odium fidei - La prigionia di Paolo Borsellino - I suggeritori, un assassino ignoto e un’intercapedine
Vincenzo Ceruso
È nato a Palermo, dove vive e lavora. Allievo di padre Pino Puglisi, si è occupato di minori a rischio di devianza con la Comunità di Sant’Egidio. Già ricercatore presso il Centro studi Pedro Arrupe, collabora con l’Osservatorio Migrazioni e scrive di mafia su diverse testate. Per la Newton Compton ha pubblicato Uomini contro la mafia; I 100 delitti della Sicilia; Provenzano. L’ultimo padrino; La mafia nera; Le più potenti famiglie della mafia, Le due stragi che hanno cambiato l’Italia e, con Pietro Comito e Bruno De Stefano, I nuovi padrini.