È un canzoniere onirico quello che Roberto Uttaro ci regala attraverso lo scenario sospeso tra l’epos e la quotidianità. La parola si apre a significati latenti in ulteriori metasignificati più intuiti che espressi.
“Le fiere di Tuathor” non solo evocano un’eco dantesca ma aprono il mondo dell’interiorità sovrapponendo alle ombre dei minotauri
il ritratto dei titani. Il libro conclude l’epos surrealistico già avviato in “Venti di Golconda” e, tra i marosi di una versificazione fluida e talvolta cadenzata in un ritmo sillabico dinamico e virtuoso, evoca precordi e presagi, sul discrimine della nostalgia e l’invalicabile limite della quotidianità. E se le fiere evocano il chiaroscuro della
dantesca selva selvaggia, aspra e forte, Tuathor emerge dalle latomie dei silenzi come a miscelare la parola pensata con quella condivisa dalle esperienze del lettore che è coautore e cocreatore della stessa surrealtà ritratta dal poeta. È una lettura classica che non disdegna l’avanguardia visionaria del viaggio umano sempre in bilico tra
l’esperienza della vita e tra le continue pieghe corrugate della nostra coscienza interiore continuamente altalenante tra l’eteronomia dei giudizi e l’autonomia delle scelte. Tuathor, come il Commodoro Othrebohr, è l’umano che si confronta nello specchio della parola a volte trovando la giusta chiave nella vita in cui la rima spesso non c’è.
Prof. Cosmo Pasciuto
Roberto Uttaro nasce a Formia il 28 maggio 1975. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Gaeta dove frequenta l’Istituto Tecnico Nautico “Giovanni Caboto” e, nel 1993, consegue brillantemente il Diploma di Maturità in qualità di “Macchinista Navale”. Nel 1995, frequenta l’89° corso Allievi Ufficiali di Complemento presso l’Accademia Navale di Livorno. Dopo aver assolto il servizio di leva come Guardia Marina su Nave Maestrale, di stanza a La Spezia, nel 1996 si imbarca come Allievo Ufficiale di Macchine sulle navi della marina mercantile. Dal 1998 al 2000 frequenta il 73° corso “Ortigara II” Allievi Marescialli ramo Mare della Guardia di Finanza, prima a Portoferraio e successivamente a Gaeta. Promosso al grado di Maresciallo nel 2000 frequenta il corso di specializzazione come “Tecnico di Macchine” presso la Scuola Nautica di Gaeta, classificandosi al I° posto. Spicca nel suo ventennale servizio come “Fiamma Gialla” il periodo trascorso a Lampedusa, in prima linea, nella lotta contro l’immigrazione clandestina e nel salvataggio delle vite umane in mare. È coniugato con la signora Nunzia De Vivo, e padre di Marika e Manuel. È appassionato di Storia e Letteratura, in particolare della realtà risorgimentale e post-risorgimentale. Per Passerino editore ha pubblicato "E ti scrivo" 2019, "Il Commodoro Othrebohr" 2020, Fondamenti dell'Italia, 2021. Con la silloge poetica Venti di Golconda si è classificato Terzo al XXXVII Premio Nazionale di Poesia Libero De Libero.
“Le fiere di Tuathor” non solo evocano un’eco dantesca ma aprono il mondo dell’interiorità sovrapponendo alle ombre dei minotauri
il ritratto dei titani. Il libro conclude l’epos surrealistico già avviato in “Venti di Golconda” e, tra i marosi di una versificazione fluida e talvolta cadenzata in un ritmo sillabico dinamico e virtuoso, evoca precordi e presagi, sul discrimine della nostalgia e l’invalicabile limite della quotidianità. E se le fiere evocano il chiaroscuro della
dantesca selva selvaggia, aspra e forte, Tuathor emerge dalle latomie dei silenzi come a miscelare la parola pensata con quella condivisa dalle esperienze del lettore che è coautore e cocreatore della stessa surrealtà ritratta dal poeta. È una lettura classica che non disdegna l’avanguardia visionaria del viaggio umano sempre in bilico tra
l’esperienza della vita e tra le continue pieghe corrugate della nostra coscienza interiore continuamente altalenante tra l’eteronomia dei giudizi e l’autonomia delle scelte. Tuathor, come il Commodoro Othrebohr, è l’umano che si confronta nello specchio della parola a volte trovando la giusta chiave nella vita in cui la rima spesso non c’è.
Prof. Cosmo Pasciuto
Roberto Uttaro nasce a Formia il 28 maggio 1975. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Gaeta dove frequenta l’Istituto Tecnico Nautico “Giovanni Caboto” e, nel 1993, consegue brillantemente il Diploma di Maturità in qualità di “Macchinista Navale”. Nel 1995, frequenta l’89° corso Allievi Ufficiali di Complemento presso l’Accademia Navale di Livorno. Dopo aver assolto il servizio di leva come Guardia Marina su Nave Maestrale, di stanza a La Spezia, nel 1996 si imbarca come Allievo Ufficiale di Macchine sulle navi della marina mercantile. Dal 1998 al 2000 frequenta il 73° corso “Ortigara II” Allievi Marescialli ramo Mare della Guardia di Finanza, prima a Portoferraio e successivamente a Gaeta. Promosso al grado di Maresciallo nel 2000 frequenta il corso di specializzazione come “Tecnico di Macchine” presso la Scuola Nautica di Gaeta, classificandosi al I° posto. Spicca nel suo ventennale servizio come “Fiamma Gialla” il periodo trascorso a Lampedusa, in prima linea, nella lotta contro l’immigrazione clandestina e nel salvataggio delle vite umane in mare. È coniugato con la signora Nunzia De Vivo, e padre di Marika e Manuel. È appassionato di Storia e Letteratura, in particolare della realtà risorgimentale e post-risorgimentale. Per Passerino editore ha pubblicato "E ti scrivo" 2019, "Il Commodoro Othrebohr" 2020, Fondamenti dell'Italia, 2021. Con la silloge poetica Venti di Golconda si è classificato Terzo al XXXVII Premio Nazionale di Poesia Libero De Libero.