9,49 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
  • Format: ePub

Il vento di primavera reca con sé gli odori della natura che entrano nella testa e nel cuore. Il mandorlo e il ciliegio sono in fiore, le viole e le primule che fanno capolino tra il verde delle foglie nascondono corolle colorate e delicate. I profumi, quei delicati aromi che si diffondono nell’aria, hanno un non so che di magico: latori di nuova vita, di speranza. Ma in quel mese di marzo, tutto era fermo, gli uccelli non cantavano melodie gioiose, anzi sembrava che intonassero canti lugubri, cupi; gemme e teneri boccioli erano come storditi, quasi ad aver paura a mostrarsi, i profumi non…mehr

Produktbeschreibung
Il vento di primavera reca con sé gli odori della natura che entrano nella testa e nel cuore. Il mandorlo e il ciliegio sono in fiore, le viole e le primule che fanno capolino tra il verde delle foglie nascondono corolle colorate e delicate. I profumi, quei delicati aromi che si diffondono nell’aria, hanno un non so che di magico: latori di nuova vita, di speranza.
Ma in quel mese di marzo, tutto era fermo, gli uccelli non cantavano melodie gioiose, anzi sembrava che intonassero canti lugubri, cupi; gemme e teneri boccioli erano come storditi, quasi ad aver paura a mostrarsi, i profumi non esalavano più dalla terra. Era come se il tempo si fosse appropriato di tutti gli spazi e della nostra essenza; noi, fluttuando da un luogo all’altro, in silenzio e compostezza marciavamo passi pesanti, cadenzati.
Eravamo anime appese di fronte all’evidenza dei fatti. Quei fatti che non capivamo e che obbligatoriamente ci relegavano in una condizione di stallo, di smarrimento.
Da qui nasce la splendida idea della nostra bravissima poetessa e infermiera Maria Teresa Chechile, la quale, ripercorrendo quei momenti, ne evidenzia il travaglio interiore dell’essere umano, della sua solitudine e fragilità di fronte al pericolo e all’ineluttabile…
Nasce in Maria Teresa l’esigenza di non porre limiti alla sua arte, creando quel sottile fil rouge nel quale la prosa tende le braccia all’afflato poetico, e in esso si scioglie in umane congetture.
“Le foglie non cadono mai uguali”… noi, povere foglie, poveri esseri umani in balìa del vento.