«Tutto stava cambiando in modo catastrofico, ma sembrava che stessimo fingendo che non fosse così. Nei circoli delle corse eravamo a conoscenza della situazione politica in Europa.
Durante le trasferte in Germania vedevamo le svastiche e sentivamo i canti nazisti, non eravamo né ciechi né sordi, notavamo i movimenti di truppe e percepivamo quanto potente fosse diventato l’esercito tedesco. Ma in quanto piloti eravamo semplicemente francesi, tedeschi, italiani e britannici, ed eravamo tutti amici.» René Dreyfus, vincitore del Grand Prix di Pau 1938
Dal 1934 al 1939 le competizioni automobilistiche internazionali per vetture da Grand Prix, vale a dire le Formula 1 di allora, videro la supremazia di Mercedes e di Auto Union. Quella stagione piena di fascino e di grandi rischi viene ricordata come l’epopea delle Silberpfeil, frecce d’argento; così furono chiamate le magnifiche monoposto dei due costruttori tedeschi per le loro eccezionali prestazioni e il colore delle carrozzerie.
Sostenute dal Terzo Reich, che subito le trasformò in uno strumento di propaganda, progettate da ingegneri come Ferdinand Porsche che immaginarono il futuro, rese invincibili dalle tecnologie d’avanguardia dell’industria nazionale e guidate da fuoriclasse leggendari, le Formula 1 di Adolf Hitler passarono di vittoria in vittoria piegando a ogni latitudine le velleità di Alfa Romeo, Bugatti, Maserati.
Questo libro racconta, attraverso una ricostruzione basata su documenti dell’epoca, le grandi corse e gli intrecci tra sport e politica dei sei tumultuosi anni che precedettero la tragedia della Seconda guerra mondiale. In pagine avvincenti e rapide di passo come in un romanzo d’azione, il saggio storico rievoca le ambizioni e le passioni, i successi e le sconfitte di campioni di straordinario talento quali Caracciola, Nuvolari, Rosemeyer, Varzi, Lang, Stuck, Von Brauchitsch, Fagioli. Uomini audaci che incantarono le folle osando squadrare la morte dall’alto in basso su circuiti impossibili con le Silberpfeil orgoglio della Germania nazionalsocialista.
Durante le trasferte in Germania vedevamo le svastiche e sentivamo i canti nazisti, non eravamo né ciechi né sordi, notavamo i movimenti di truppe e percepivamo quanto potente fosse diventato l’esercito tedesco. Ma in quanto piloti eravamo semplicemente francesi, tedeschi, italiani e britannici, ed eravamo tutti amici.» René Dreyfus, vincitore del Grand Prix di Pau 1938
Dal 1934 al 1939 le competizioni automobilistiche internazionali per vetture da Grand Prix, vale a dire le Formula 1 di allora, videro la supremazia di Mercedes e di Auto Union. Quella stagione piena di fascino e di grandi rischi viene ricordata come l’epopea delle Silberpfeil, frecce d’argento; così furono chiamate le magnifiche monoposto dei due costruttori tedeschi per le loro eccezionali prestazioni e il colore delle carrozzerie.
Sostenute dal Terzo Reich, che subito le trasformò in uno strumento di propaganda, progettate da ingegneri come Ferdinand Porsche che immaginarono il futuro, rese invincibili dalle tecnologie d’avanguardia dell’industria nazionale e guidate da fuoriclasse leggendari, le Formula 1 di Adolf Hitler passarono di vittoria in vittoria piegando a ogni latitudine le velleità di Alfa Romeo, Bugatti, Maserati.
Questo libro racconta, attraverso una ricostruzione basata su documenti dell’epoca, le grandi corse e gli intrecci tra sport e politica dei sei tumultuosi anni che precedettero la tragedia della Seconda guerra mondiale. In pagine avvincenti e rapide di passo come in un romanzo d’azione, il saggio storico rievoca le ambizioni e le passioni, i successi e le sconfitte di campioni di straordinario talento quali Caracciola, Nuvolari, Rosemeyer, Varzi, Lang, Stuck, Von Brauchitsch, Fagioli. Uomini audaci che incantarono le folle osando squadrare la morte dall’alto in basso su circuiti impossibili con le Silberpfeil orgoglio della Germania nazionalsocialista.