Le guerre dei poveri è la storia di un popolo e di una famiglia. Il popolo è quello della Lucania di fine anni Settanta che vive le mode in ritardo di dieci anni rispetto al resto del mondo dal quale è quasi del tutto emarginata. La famiglia è quella di Rosa, giovane vedova che a Borgo Nemone – piccolissimo paesino tra i monti lucani – cerca di crescere alla meglio suo figlio Rocco e contemporaneamente mandare avanti l'attività di famiglia.
In questo paesaggio ancora troppo contadino arrivano gli echi dei grandi avvenimenti storici che cambieranno l'Italia, come la vicenda di Aldo Moro e l'assassinio di Peppino Impastato. Nessuna di queste notizie è però in grado di occupare le menti dei nemonesi, troppo presi dalle loro secolari e maestose guerre dei poveri: lotte per conquistarsi il rispetto, o l'invidia, del vicino; per un metro di terra in più o per una casa meno cadente.
La speranza però esiste ed è affidata ad uno dei tanti personaggi che popolano il racconto. L'eroe di questo romanzo passa dall'essere una comparsa a divenire il protagonista principale. È però un eroe lucano, senza super poteri; un eroe che si arrangia.
In questo paesaggio ancora troppo contadino arrivano gli echi dei grandi avvenimenti storici che cambieranno l'Italia, come la vicenda di Aldo Moro e l'assassinio di Peppino Impastato. Nessuna di queste notizie è però in grado di occupare le menti dei nemonesi, troppo presi dalle loro secolari e maestose guerre dei poveri: lotte per conquistarsi il rispetto, o l'invidia, del vicino; per un metro di terra in più o per una casa meno cadente.
La speranza però esiste ed è affidata ad uno dei tanti personaggi che popolano il racconto. L'eroe di questo romanzo passa dall'essere una comparsa a divenire il protagonista principale. È però un eroe lucano, senza super poteri; un eroe che si arrangia.