A Federico piacevano le storie di fantasmi, mentre Arianna le aveva sempre considerate un insulto alle persone scomparse. Eppure, adesso sta succedendo qualcosa che non sa spiegarsi. Federico è ormai morto da mesi, assieme al loro bambino mai nato, e lei non riesce a farsene una ragione, a trovare un motivo per continuare a vivere. Poi, una notte si trova a vagare nei corridoi dell’accademia dove lui studiava e lo sente suonare; si precipita nella loro aula e lo vede. Senza chiedersi se sia sogno o realtà, gli corre incontro, ma non riesce a toccarlo; lui non ricorda niente, se non la nenia che egli stesso aveva composto per il figlio. -Chi sei? Perché sei qui a quest’ora della notte? Una domanda che potrebbe essere rivolta ad entrambi e di cui nessuno conosce la risposta, celata nella storia di quei sedici mesi trascorsi insieme. E Arianna comincia a raccontare, nel timore di doversi nuovamente separare da lui, una volta che avrà ricordato. Sei notti. Ad Arianna sono state concesse sei notti per quell'addio che le era stato negato, per ripercorrere il suo amore troppo intenso e troppo breve di ragazza. Sei notti per riconciliarsi con quella stessa vita che le aveva tolto tutto e per accettare un’incomprensibile realtà: essere ancora viva non è una colpa, ma è stato l’ultimo dono di quella parte di lei che non c’è più. E non deve essere sprecato.