Fu un matrimonio politico quello che unì, nel 1487, Annibale Bentivoglio a Lucrezia d’Este: nozze fastose, volute dal Signore di Bologna, Giovanni II, e da quello di Ferrara, Ercole I, per confermare l’alleanza tra due delle più illustri casate del Rinascimento. Ai giorni di festa parteciparono i prìncipi e gli ambasciatori di ogni Stato della penisola e un popolo giubilante, ferrarese e felsineo. Un caso più unico che raro ha preservato, a Bologna, tutti i testi cronistici e letterari che celebrarono l’avvenimento, coinvolgendo poeti di corte, umanisti e storici della città. L’ampia silloge delle opere qui raccolte (di Arienti, Salimbeni, Beroaldo Seniore, Codro, Naldi, Ghirardacci), allineando pagine volgari e latine – alcune inedite, come l’Hymeneus arientesco – offre un quadro pittoresco di riti nuziali, pranzi di apparato, giuochi e giostre che omaggiarono, secondo i modelli della cultura coeva, un evento tra i più memorabili della civiltà rinascimentale.