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Una storia scritta nel 1904, che narra la vicenda del debito pubblico greco proprio a partire dal suo inizio assoluto, nel 1824. Nel marzo del 2012 questo libro vecchio di cento e più anni è anche un instant book, a modo suo: non sappiamo oggi se il nuovo fallimento dello Stato greco sarà pilotato dolcemente dall’Unione Europea, o se avverrà più drammaticamente, in forma di default disordinato. In ogni caso, la vicenda si potrà chiamare una volta di più “une lamentable histoire”, come la qualificò l’uomo d’affari francese, che analizzò con acume e precisione la situazione economica greca nel…mehr

Produktbeschreibung
Una storia scritta nel 1904, che narra la vicenda del debito pubblico greco proprio a partire dal suo inizio assoluto, nel 1824. Nel marzo del 2012 questo libro vecchio di cento e più anni è anche un instant book, a modo suo: non sappiamo oggi se il nuovo fallimento dello Stato greco sarà pilotato dolcemente dall’Unione Europea, o se avverrà più drammaticamente, in forma di default disordinato. In ogni caso, la vicenda si potrà chiamare una volta di più “une lamentable histoire”, come la qualificò l’uomo d’affari francese, che analizzò con acume e precisione la situazione economica greca nel preistorico 1847.
Il nostro autore, Andreadis, aveva in animo di raccontarci tutta la storia, compresa quella allora attualissima dell’istituzione del Controllo Internazionale del 1897; ma il primo volume della storia qui tradotto rimase poi l’unico, e ci racconta due vicende antiche: quella dei Prestiti dell’Indipendenza (Independence Loans) che il Governo greco provvisorio contrasse con il mercato privato a Londra nel 1824 e 1825, e quella del prestito di entità sconsiderata che il Governo del nuovo Stato contrasse dopo il 1832 rimanendo in debito con i Governi delle tre Potenze protettrici: Inghilterra, Francia e Russia. La lamentable histoire di questa parte preistorica della vicenda ci dà l’occasione unica di comprendere la struttura di un fenomeno di catastrofe finanziaria ridotto al suo scheletro, quasi come se si fosse potuto farne una cultura in vitro.