Il funerale buddhista del padre dell’autrice, morto in Thailandia, fa da sfondo a questa raccolta poetica che indaga il legame tra la morte, l’amore, il corpo e la possibilità – sfiorata, allusa, a tratti compresa come un’illuminazione – del non attaccamento. Un funerale tanto diverso da quelli della nostra tradizione, pieno di stravaganze, di monaci tatuati che spruzzano le benedizioni e ridono, di ceneri cosparse di fiori gialli e di petardi. Ne L e ossa cantano la vita nasce e rinasce, spinge per esserci, mossa dal desiderio del corpo di amare, di essere amato.