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Cosa sarebbe l’essere umano senza le parole? La parola indica, designa, categorizza la realtà che ci circonda e l’interiorità che ci costituisce. Assumono un’importanza mai vista le lettere, i pensieri, le parole, anche quelle silenziose, le non dette, all’interno della poetica di Simone Ceccarelli. Attraverso una finzione letteraria, immaginando di dar vita a uno scritto e curandone allo stesso tempo l’interpretazione da parte di un ipotetico lettore, l’Autore dà vita a un’acuta riflessione sulla psiche umana, lasciando trasparire le proprie conoscenze ed esperienze nell’ambito della…mehr

Produktbeschreibung
Cosa sarebbe l’essere umano senza le parole? La parola indica, designa, categorizza la realtà che ci circonda e l’interiorità che ci costituisce. Assumono un’importanza mai vista le lettere, i pensieri, le parole, anche quelle silenziose, le non dette, all’interno della poetica di Simone Ceccarelli. Attraverso una finzione letteraria, immaginando di dar vita a uno scritto e curandone allo stesso tempo l’interpretazione da parte di un ipotetico lettore, l’Autore dà vita a un’acuta riflessione sulla psiche umana, lasciando trasparire le proprie conoscenze ed esperienze nell’ambito della psicanalisi. Simone Ceccarelli svela in quest’opera il segreto dell’equilibrio interiore e della forza per andare avanti: la parola. La forza dell’espressione umana, sia essa strettamente letteraria ma anche artistica in generale, salverà l’uomo. Nessuno sconto di fronte alle atrocità dell’esistenza. Il dolore va affrontato e superato; bisogna affidare alla parola, scritta o detta, la propria “dolenza” e lei ne sarà guaritrice. Così il protagonista di quest’opera trova nel racconto scaturito da un profondo dolore una via di scampo, un’occasione di riflessione e di pacificazione della propria interiorità, riuscendo allo stesso tempo a svolgere con generosità un importante ruolo sociale: “Penso che il dolore sia veramente un segno “tangibile” che esprime la sua parola attraverso un lamento sinfonico, che è radicato nell’essere umano e che mai si può vivere o esistere senza la presenza assente dell’altro. Forse il dolore è un’opportunità per iniziare a pensare allo straniero. All’altro. È una possibilità di re-iniziare nuovamente a parlare e ascoltare”.