L’e-book di Cirulli e Borgatti esamina la tradizione ed evidenzia la vivace attualità delle sei Partecipanze Agrarie Emiliane, attraverso il filtro dei loro vigenti statuti, verificando nella realtà delle aziende i principi analitici, elaborati da Elinor Ostrom nella sua preziosa opera. La Ostrom é Premio Nobel per l’economia, unitamente a O. Williamson, nel 2009, cioé nel tempo in cui comincia a farsi strada la forte e chiara consapevolezza della crisi economica, che, attraverso la politica di austerity, porterà all’attuale drammatica recessione.Basandosi sull’insegnamento della economista americana, gli autori propongono un terzo modo di produrre, da assumere come principio strategico, accanto ai tradizionali Stato e Mercato. I vantaggi sono molteplici e non trascurabili. In primo luogo le Partecipanze favoriscono l’energia della comunità, che in certi casi é fondamentale per attivare grandi forze. In secondo luogo le Partecipanze favoriscono la democratizzazione dell’economia: non é cosa da trascurare nel nostro villaggio globale, dove abbiamo consumatori e non produttori consapevoli, consumatori ma non cittadini.Questo terzo modo di produrre, considerata le longevità millenaaria delle Partecipanze Agrarie Emiliane, potrebbe essere utilizzato, all’inizio, con il recupero delle terre incolte e abbandonate ad un assetto ecologico idoneo. Infatti soltanto le Partecipanze possono fare di queste e di altre terre un territorio ecologicamente sano, da trasferire alle prossime generazioni. L’uomo appartiene alla terra, non la terra all’uomo. Il fine ecologico é nel DNA delle Partecipanze.Nonostante l’emarginazione nel corso della storia degli assetti fondiari collettivi, essi non sono resti in via di estinzione del lontano Medioevo, ma fior di aziende agricole, la cui organizzazione é simile a quella di un Comune: l’organizzazione,infatti, é un punto qualificante di questi enti, dotati di personalità giuridica. Attraverso l’elettorato attivo e passivo dei partecipanti per accedere agli organi amministrativi, si realizza la partecipazione democratica alla gestione e alla vita dell’azienda.Tutto il territorio appenninico collinare e montano, anziché diventare sede di pale eoliche o di immondizzai, i quali distruggono il paesaggio e il panorama, potrebbe essere recuperato a fini ecologici e produttivi, creando i tipi di aziende da noi proposte. Queste non devono essere inventate, esistono, oltre che in Italia, in tutto il mondo. La Ostrom ce lo ha detto e scritto: dobbiamo saper leggere e fare per uscire democraticamente e non con le solite privatizzazioni da questa lunga crisi.