Tutto è cominciato il 28 giugno 1914, quando l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono di Austria-Ungheria, recatosi in visita ufficiale a Sarajevo insieme a sua moglie, Sophie Chotek von Chotkowa, venne assassinato, e con lui la sua consorte, da un certo Gavrilo Princip, nazionalista serbo. Si trattò di un attentato atroce, spregevole al di là delle pur condivisibili aspirazioni dei nazionalisti serbi, un attentato brutale, specie per quel che riguardava la dolce Sophie famosa per i suoi occhi sfolgoranti. Si trattò in ogni caso di un attentato che poteva risolversi senza farne un caso diplomatico con la condanna di Princip, immediatamente tratto in arresto, e con sontuosi funerali, lutto di stato, bandiere a mezz’asta e cordoglio diffuso nella vastità dell’impero. Non era necessario farne un pretesto per muovere guerra.
Ma a guerra avanzata, un altro pretesto è stato determinante per le sorti del conflitto: l’affondamento del transatlantico Lusitania che ha favorito l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America. Una tragedia frutto del caso o perfettamente progettata a tavolino?
E la storia si ripete, verrebbe da dire.
Ma a guerra avanzata, un altro pretesto è stato determinante per le sorti del conflitto: l’affondamento del transatlantico Lusitania che ha favorito l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America. Una tragedia frutto del caso o perfettamente progettata a tavolino?
E la storia si ripete, verrebbe da dire.