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La nuova raccolta di Marco Milone, Le stagioni della memoria, porta a compimento un percorso scandito da due sillogi che la precedono, Dove va il mondo e Anime nude; le differenze concernono la differente struttura ritmica e la scelta di una maggiore essenzialità del verso. Passando ai contenuti, la pregevole silloge descrive un’originale avventura mitopoietica che attinge dall’humus dell’io più che dal classico repertorio archetipico. Il risultato avvicina l’autore nel metodo e nello stile a Saint-John Perse (1887/1975), poeta francese insignito nel 1960 del Premio Nobel. Comune ad entrambi…mehr

Produktbeschreibung
La nuova raccolta di Marco Milone, Le stagioni della memoria, porta a compimento un percorso scandito da due sillogi che la precedono, Dove va il mondo e Anime nude; le differenze concernono la differente struttura ritmica e la scelta di una maggiore essenzialità del verso. Passando ai contenuti, la pregevole silloge descrive un’originale avventura mitopoietica che attinge dall’humus dell’io più che dal classico repertorio archetipico. Il risultato avvicina l’autore nel metodo e nello stile a Saint-John Perse (1887/1975), poeta francese insignito nel 1960 del Premio Nobel. Comune ad entrambi la poetica del paesaggio interiore, supportata da un’aerea e leggiadra mitologia personale; nel suo capolavoro Anabasi Saint-John Perse sembra imboccare la via dell’epos, per quanto si tratti di un’epica estremamente rarefatta e surreale. Milone predilige invece principalmente il registro lirico, con qualche incursione nei territori del mito e dell’utopia, ma sempre senza dimenticare la volontà di canto come espressione della coscienza, voce vibrante del cuore, della mente e soprattutto dell’anima del poeta. L’autore spiega l’ispirazione del libro come il tentativo di raccogliere in sequenza una serie di stati emotivi riconducibili ad un atteggiamento condiviso da molti artisti e creativi in genere: il sentirsi intrappolati in un confine temporale difficile da gestire. La fuga non avviene verso un altrove edenico, esotico o dai tratti metafisici: Marco Milone trova in sé tutte le risposte e le risorse per costruire la sua città invisibile, che prende vita riunendo come in un mosaico le tessere di una soggettività dinamica, complessa. Il poeta si prefigge lo scopo di emanciparsi dagli stimoli del mondo esterno per concentrarsi sulla dimensione dell’interiorità, e in ciò riesce egregiamente, senza però ripiegarsi su certo confessionalismo di maniera, e virando alto in direzione di una scrittura visionaria, archetipica, oso dire di portata planetaria in quanto caratterizzata dall’universalità dei sentimenti, dei valori e delle situazioni evocate.Prefazione di Domenico Turco