Giustizia, vendetta e redenzione sono la stessa cosa per Raniero. Egli intende portare coloro che hanno insanguinato il Regno innanzi al tribunale divino… egli persegue l’obiettivo di dare riposo all’anima uccisa di suo fratello... egli sa che solo così potrà espiare la sua colpa: aver amato Violante, moglie di suo fratello, sin dal primo momento, sin da prima che questi la sposasse.
Siamo nella seconda metà del XIV secolo. Guerre civili e soprusi di ogni genere caratterizzano il Regno di Sicilia. L’assenza di un forte potere regio determina l’ascesa della nobiltà feudale, vera padrona e profittatrice di questa anarchia. In particolare sono le famiglie dei Chiaramonte, degli Alagona, dei Peralta e dei Ventimiglia a farla da padroni, spartendosi in quattro il Regno, senza curarsi dei diritti della piccola nobiltà, delle città e del demanio in generale. Risucchiati in questo vortice del malaffare finiscono anche i Rossavilla, di cui Raniero fa parte.
“Esistono nondimeno cose che non possono prevedersi; persino chi studia il cielo e stila calendari e oroscopi prova sorpresa per l’apparizione di una cometa! Già, una cometa, una variabile senza alcuna previsione e regola… una variabile è pronta a stravolgere i precari equilibri su cui si regge il governo dei quattro vicari.”
Una notte Guglielmo Moncada, escluso dai patti dei quattro, rapisce dal castello degli Alagona la principessa Maria, erede al trono di Sicilia che aspetta il compimento della maggiore età. È pronto ad approfittarne il re d’Aragona, intenzionato a riportare l’isola sotto il proprio dominio… ed è pronto ad approfittarne Raniero, desideroso soltanto di portare a compimento la sua vendetta contro i quattro baroni che hanno usurpato il Regno, distrutto la sua famiglia e strappato dalle sue braccia la bella Violante.
Siamo nella seconda metà del XIV secolo. Guerre civili e soprusi di ogni genere caratterizzano il Regno di Sicilia. L’assenza di un forte potere regio determina l’ascesa della nobiltà feudale, vera padrona e profittatrice di questa anarchia. In particolare sono le famiglie dei Chiaramonte, degli Alagona, dei Peralta e dei Ventimiglia a farla da padroni, spartendosi in quattro il Regno, senza curarsi dei diritti della piccola nobiltà, delle città e del demanio in generale. Risucchiati in questo vortice del malaffare finiscono anche i Rossavilla, di cui Raniero fa parte.
“Esistono nondimeno cose che non possono prevedersi; persino chi studia il cielo e stila calendari e oroscopi prova sorpresa per l’apparizione di una cometa! Già, una cometa, una variabile senza alcuna previsione e regola… una variabile è pronta a stravolgere i precari equilibri su cui si regge il governo dei quattro vicari.”
Una notte Guglielmo Moncada, escluso dai patti dei quattro, rapisce dal castello degli Alagona la principessa Maria, erede al trono di Sicilia che aspetta il compimento della maggiore età. È pronto ad approfittarne il re d’Aragona, intenzionato a riportare l’isola sotto il proprio dominio… ed è pronto ad approfittarne Raniero, desideroso soltanto di portare a compimento la sua vendetta contro i quattro baroni che hanno usurpato il Regno, distrutto la sua famiglia e strappato dalle sue braccia la bella Violante.