Un libro per tutti i Pisani, i Livornesi, i Lucchesi. Per tutti quelli che hanno radici toscane e che abitano in ogni parte d'Italia e del mondo. Una carrellata di storie divertenti che, pensate un po' voi che leggerete, faccio partire da un cimitero… chissà dove andremo a finire!Tutto cominciò diversi anni fa dal mio ulivo, che affettuosamente chiamavo "il mio ciocco". Lì sedevo e osservavo lo spettacolo che la natura mi metteva a disposizione. Ammiravo, sullo sfondo, la città di Livorno, spesso respiravo il salmastro portato dal vento di libeccio e nelle limpide giornate invernali e primaverili potevo vedere il mare e l'isola di Gorgona. Seduto nella cavità di quel ciocco ho sentito pure la tramontana pungente soffiare da Lucca. Lì mi sono sentito pisano e ho amichevolmente scherzato con gli amici livornesi e quelli lucchesi. Lì, spesso, ho letto, studiato, pensato e confidato. Lì sono cresciuto e sempre lì ho immaginato, più volte, di vedere vivere i personaggi raccontati qui. Spesso la mia mano aveva scritto parole e frasi trasparenti su di un foglio bianco, ma poi tutto era rimasto fermo, per anni, in un cassetto disordinato della memoria. Finché quegli appunti hanno dato vita ai personaggi che vivono nella sola lingua che conoscessero: il vernacolo pisano. Quella lingua quasi dimenticata, usata per raccontare di persone vissute in un altro mondo, dove la Novella dello Stento regnava sovrana nelle case dei più. Leggendo "Le storie di Pòrdo", primo volume di una serie che continuerà nel tempo, scoprirete quelle persone che, quando il telefono, la TV ed i social network non c'erano, pur vivendo in condizioni di estrema miseria, trovavano il modo di divertirsi raccontandosi bischerate nelle lunghe serate di veglie al calore della fiamma di un focolare. Sono certo che anche voi, come loro, vi divertirete.