Già Varrone nel I sec. a C. dà testimonianza delle proprietà delle acque della piana dei bagni di Viterbo, ma è nel Medioevo e oltre, fino alla discesa dei Lanzichenecchi, che metteranno a fuoco e fiamme i possedimenti papali, che le terme di Viterbo, con le sue molteplici fonti (ben maggiori di quelle che restano oggi), acquistano grande importanza, apprezzate come è noto da imperatori e papi. E dedicati ai papi sono i due testi che a distanza di poco meno di due secoli decantano le virtù specifiche e gli effetti dei Bagni delle Signore, o quelli del Bullicame dantesco, o della Grotta, tra gli altri. La prima è l'opera del medico viterbese Girolamo, la seconda è il carme di un notaio locale, Evangelista Bartoli, che si lancia in un elogio dell'efficacia dei bagni termali «siccome i nostri corpi sono afflitti da varie sofferenze… e dato che la medicina non può scacciare i tanti dolori della vita umana», ma in più si impegna a contrastare la concorrenza del tempo per attrarre all'«erculea Viterbo» il turismo 'termale' ante litteram: «si smetta allora di lodare i famosi bagni dell'antenorea Padova, e quelli di Abano», Porretta, Petriolo, San Filippo, Baia, Pozzuoli... Una breve introduzione storica e localizzazione dei siti medievali precedono i due testi offerti ai lettori in traduzione italiana. L'edizione critica dei testi con uno studio filologico è stata pubblicata a cura di Edoardo D'Angelo per l'Edizione Nazionale dei testi mediolatini d'Italia nel 2019 dallo stesso editore.
Dieser Download kann aus rechtlichen Gründen nur mit Rechnungsadresse in A, B, BG, CY, CZ, D, DK, EW, E, FIN, F, GR, HR, H, IRL, I, LT, L, LR, M, NL, PL, P, R, S, SLO, SK ausgeliefert werden.