L’opera presenta all’opinione pubblica il ruolo del quotidiano L’Eco di Aversa nell’Italia post-unitaria. Il Giornale fu diretto dallo storico Gaetano Parente, primo cittadino aversano, con lo scopo di comunicare ai concittadini le esigenze quotidiane del tempo, perciò rese note all’intero territorio campano e, invero, conosciute finanche a livello nazionale. Alla premessa storica segue il percorso di Aversa dalla metà dell’800, in un attento esame del contesto dell’epoca, perché "quella aversana era una Comunità ben integrata, seppur con problemi che sapevano del retaggio di una Italia pre-risorgimentale, figlia di un’amministrazione di stampo borbonico che vi impresse il suo segno negativo, lasciando la cittadina nel più totale degrado e malcostume…”. E ciò “non poté non richiedere tempo e competenze prima di giungere a una soluzione…". Il testo è altresì una rivisitazione della vita aversana negli anni post-unitari: rivisitazione in cui sono ben evidenti “carenza di strutture e servizi, al punto da rendere il territorio tormentato e difficile da gestire ed amministrare…”. Si trattano, poi, gli anni risorgimentali, attraverso l’indicazione di opere del Parente, senza dimenticare il recupero di quelle incomplete risalenti all’amministrazione borbonica, nonché la creazione di nuove, quali “il Ginnasio Domenico Cirillo e l’Ospizio di San Lorenzo…". A seguire l’analisi del Calendario Storico Aversano e degli avvenimenti in esso indicati, tra cui “i terremoti del 1349 e 1694, l’arrivo di Garibaldi e i natali di personaggi illustri, quali Ludovico Abenavolo, Giovan Battista Basile, Domenico Cimarosa, Francesco Durante…”. E, ancora, poesie, che mettono in evidenza il ruolo degli intellettuali in un periodo sì arduo. Nel capitolo conclusivo vi è uno studio accurato di “provvedimenti atti a migliorare le condizioni igienico-sanitarie…”, cui fanno da appendice rilevanti considerazioni personali.’opera presenta all’opinione pubblica il ruolo del quotidiano L’Eco di Aversa nell’Italia post-unitaria. Il Giornale fu diretto dallo storico Gaetano Parente, primo cittadino aversano, con lo scopo di comunicare ai concittadini le esigenze quotidiane del tempo, perciò rese note all’intero territorio campano e, invero, conosciute finanche a livello nazionale. Alla premessa storica segue il percorso di Aversa dalla metà dell’800, in un attento esame del contesto dell’epoca, perché "quella aversana era una Comunità ben integrata, seppur con problemi che sapevano del retaggio di una Italia pre-risorgimentale, figlia di un’amministrazione di stampo borbonico che vi impresse il suo segno negativo, lasciando la cittadina nel più totale degrado e malcostume…”. E ciò “non poté non richiedere tempo e competenze prima di giungere a una soluzione…". Il testo è altresì una rivisitazione della vita aversana negli anni post-unitari: rivisitazione in cui sono ben evidenti “carenza di strutture e servizi, al punto da rendere il territorio tormentato e difficile da gestire ed amministrare…”. Si trattano, poi, gli anni risorgimentali, attraverso l’indicazione di opere del Parente, senza dimenticare il recupero di quelle incomplete risalenti all’amministrazione borbonica, nonché la creazione di nuove, quali “il Ginnasio Domenico Cirillo e l’Ospizio di San Lorenzo…"