Il romanzo "L’edera" fu pubblicato a puntate nel gennaio-febbraio 1908 sulla rivista “Nuova Antologia” dell’editore Colombo e in volume nello stesso anno. Quattro anni più tardi venne allestita dall’Autrice, in collaborazione con Camillo Antona-Traversi, una versione per il teatro. Nel 1950 ne fu tratto un film col titolo omonimo e la regia di Augusto Genina.
L’opera è ambientata in un piccolo paese della Sardegna di fine Ottocento. Annesa, orfana e di umili origini, è stata adottata dalla nobile famiglia Decherchi di Barunei. Da molti anni vive con i parenti adottivi, attaccata a essi come l´edera che cresce sul muro, e insieme ne vive la drammatica decadenza economica. Paulo, l’ultimogenito, è rimasto vedovo con una bambina ed esaurisce la propria vita nell’ozio, disperdendo i pochi beni di famiglia rimasti. Assediato dai creditori, l’uomo minaccia di suicidarsi. Annesa, innamorata di lui e corrisposta in una relazione clandestina, pur di salvare Paulo, è disposta a compiere un gesto estremo: uccidere il ricco zio Zua, ospite della famiglia, per ottenerne l’eredità.
La parte iniziale del romanzo si attiene ai canoni della narrativa verista: il determinismo fatalistico nella successione degli eventi, il vincolo dell´individuo al proprio ruolo sociale, l’analisi della decadenza economica, la descrizione del contesto sociale. Nella seconda parte invece predominano i temi della letteratura romantica dell’epoca: una forte ispirazione religiosa con il senso misterioso del peccato, l´allucinata ricerca di un castigo conseguente a un senso di colpa intollerabile.
L’opera è ambientata in un piccolo paese della Sardegna di fine Ottocento. Annesa, orfana e di umili origini, è stata adottata dalla nobile famiglia Decherchi di Barunei. Da molti anni vive con i parenti adottivi, attaccata a essi come l´edera che cresce sul muro, e insieme ne vive la drammatica decadenza economica. Paulo, l’ultimogenito, è rimasto vedovo con una bambina ed esaurisce la propria vita nell’ozio, disperdendo i pochi beni di famiglia rimasti. Assediato dai creditori, l’uomo minaccia di suicidarsi. Annesa, innamorata di lui e corrisposta in una relazione clandestina, pur di salvare Paulo, è disposta a compiere un gesto estremo: uccidere il ricco zio Zua, ospite della famiglia, per ottenerne l’eredità.
La parte iniziale del romanzo si attiene ai canoni della narrativa verista: il determinismo fatalistico nella successione degli eventi, il vincolo dell´individuo al proprio ruolo sociale, l’analisi della decadenza economica, la descrizione del contesto sociale. Nella seconda parte invece predominano i temi della letteratura romantica dell’epoca: una forte ispirazione religiosa con il senso misterioso del peccato, l´allucinata ricerca di un castigo conseguente a un senso di colpa intollerabile.