Le elezioni presidenziali statunitensi del Novembre 2020, che hanno visto sfidarsi il Presidente uscente Donald Trump, il personaggio in assoluto più osteggiato e volgarmente demonizzato dai media mainstream al servizio dei poteri forti, e il candidato democratico Joe Biden, sono passate alla storia per le palesi irregolarità e interferenze emerse nell'attribuzione e nel conteggio dei voti, portando ad un risultato e a uno scenario fino a poche ore prima "impensabile", con una lunga e interminabile scia di ricorsi e procedimenti giudiziari. Tanto che, negli ultimi quattro anni, non si è mai smesso di parlare apertamente di "elezione rubata". Trump, denunciando brogli a suo sfavore, non ha mai di fatto riconosciuto la vittoria di Biden. Ma, alla luce dei fatti e di molteplici particolari contraddittori e inspiegabili, possiamo dire con certezza che sul trono della prima potenza mondiale si sia realmente seduto il claudicante "Sleepy Joe", oppure è successo qualcosa che avrebbe permesso a Donald Trump di non cedere i poteri più importanti della stanza dei bottoni? Perché Biden ha rinnovato, nel 2021, nel 2022 e nel 2023, l'Ordine Esecutivo 13848, promulgato da Trump nel Settembre 2018 per salvaguardare gli Stati Uniti in caso di interferenza straniera nelle elezioni? A queste e a molte altre domande ha tentato di rispondere Giuseppe Mosco con il suo nuovo saggio, L'elezione immaginata, un lavoro documentatissimo, avvincente come un romanzo o una spy-story e decisamente attuale.
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